Pascal è sinodale?

Fonte: FSSPX Attualità

Il sinodo sulla sinodalità si terrà a Roma dal 4 al 29 ottobre 2023. Il 20 giugno è stato reso pubblico il documento di lavoro (Instrumentum laboris) che dovrebbe servire da guida ai padri sinodali.

Vi troviamo, come nota mons. Martin Grichting, ex vicario generale della diocesi di Coira (Svizzera): troviamo "le parole “pentimento” (due volte) e “conversione” (12 volte), ma se teniamo conto del contesto, vediamo che questi due termini non designano quasi mai l'allontanamento dell'uomo dal peccato, ma che si riferiscono ad un'azione richiesta alla Chiesa".

"Non è più il peccatore che deve pentirsi e convertirsi, ma è la Chiesa che deve – sinodalmente – convertirsi al “riconoscimento” [misericordioso] di coloro che mostrano di non voler seguire i suoi insegnamenti, né quindi quelli di Dio". In questo caso: divorziati risposati civilmente, LGBTQ+…

Il presule svizzero propone un illuminante riavvicinamento tra i lassisti gesuiti del XVII secolo e i loro successori sinodali: "Il fatto che gli organizzatori del sinodo non parlino più di peccato, di pentimento o di conversione dei peccatori, suggerisce che credono di aver oggi trovato un altro modo per rimuovere il peccato del mondo. - Cfr. il quinto dubium dei cinque cardinali.

"Tutto ciò richiama i fatti descritti da Blaise Pascal – nato appena 400 anni fa – nelle sue Provinciales. Pascal denuncia la morale gesuitica del suo tempo, che minava gli insegnamenti morali della Chiesa attraverso una casistica fatta di sofismi, arrivando fino a trasformarli nel loro contrario."

"Così, nella sua quarta lettera provinciale, cita un critico [François Hallier, 1596-1659] di padre Bauny [Etienne Bauny, 1564-1649], che diceva di questo gesuita: Ecce qui tollit peccata mundi, ecco colui che toglie i peccati del mondo, fino a farne sparire l'esistenza attraverso i suoi sofismi."

Ciò vale anche per il cardinale gesuita Jean-Claude Hollerich, relatore generale del prossimo sinodo, che considera ormai obsoleto l'insegnamento della Chiesa sull'omosessualità: "Credo che il fondamento sociologico-scientifico alla base di questo insegnamento non sia più adeguato" [KNA, 2 febbraio 2022]. La morale di questo prelato, infatti, non si fonda più sulla dottrina rivelata, ma su una sociologia evolutiva. – Cfr. il primo dubium dei cinque cardinali.

Come può, allora, Papa Francesco, nella sua Lettera apostolica Sublimitas et miseria hominis (19 giugno 2023), fare di Pascal un modello per l’oggi? Il filosofo francese non mostrava alcuna compiacenza nei confronti della morale aggiornata, lui che scriveva senza mezzi termini: "Coloro che credono che il bene dell’uomo sia nella sua carne e il male in ciò che lo distrae dai piaceri dei sensi, che se ne ubriachino e ne muoiano".

"Ma coloro che cercano Dio con tutto il cuore, che non hanno altro dispiacere se non quello di essere privati ​​della sua vista, che non hanno altro desiderio se non quello di possederlo, e non hanno nemici se non quelli che se ne allontanano, che sono angosciati nel vedersi circondati e dominati da tali nemici, che si consolino. Annuncio loro la lieta notizia: per essi c'è un liberatore".  [Pensées, n°692, ed. Brunschvicg]

Nonostante tutti i tentativi di recupero, Pascal non è sinodale e non può essere preso in ostaggio, nemmeno da abili gesuiti.

Don Alain Lorans