Cina: i falsari comunisti reinventano il vangelo

1 Ottobre 2020
Fonte: fsspx.news

In Cina le autorità comuniste impongono ai fedeli, in alcune regioni, una versione falsificata della vita di Cristo, in cui il Signore si presenta come peccatore.

 

Con un sorprendente effetto mimico, la situazione in Cina assomiglia sempre di più alla storia scritta da Georges Orwell nel suo romanzo d'anticipazione “1984”.

Mentre la narrativa inglese presenta un partito totalitario che costringe gli individui ad accettare la sua versione della storia costantemente rivisitata, la realtà all'opera in Cina è quella di un potere comunista che riscrive la vita di Cristo.

Il 22 settembre 2020, l'agenzia di stampa Ucanews, critica nei confronti del regime di Pechino, ha riportato la pubblicazione di un libro di testo scolastico contenente un'odiosa falsificazione di un episodio della vita di Nostro Signore.

Il libro, Business Ethics and Law Enforcement, è pubblicato dalla University of Electronic Technology Sciences Publishing, un servizio interamente di proprietà del Partito Comunista Cinese (PCC).

C'è un'evocazione troncata della storia della donna adultera (Giovanni, 8, 1-11). Invece di un Cristo che perdona i suoi peccati nei colpevoli e salva, la narrazione cinese spiega che il Signore iniziò a lapidarla, dicendo: "Anch'io sono un peccatore, ma se la legge doveva essere applicata dagli uomini senza colpa, allora questa legge sarebbe stata inutile".

Da parte dei cattolici della Cina continentale, l'indignazione è grande: "Voglio che tutti sappiano che il Partito Comunista Cinese ha sempre cercato di distorcere la storia santa, calunniare la nostra Chiesa e incitare le persone all'odio", protesta un fedele sui social.

Paul, un altro cattolico cinese, spiega che ci sono molte simili distorsioni dei racconti cristiani e della storia della Chiesa, nonostante le proteste dei fedeli, che rimangono inefficaci: "Lo stesso schema si ripete ogni anno, ma la Chiesa non si vendica mai, né riceve il rispetto e le scuse che merita", ha detto.

Un'altra fedele, che gestisce un social network di cattolici, lamenta che il contenuto del manuale viola le credenze religiose e dice che i suoi autori ed editori dovrebbero correggerlo e chiedere scusa pubblicamente.

"Ci auguriamo che le autorità ecclesiastiche intervengano e parlino a nome della Chiesa", spera lei. Una speranza molto labile, perché più i mesi passano, più il cappio si stringe intorno alla Chiesa cattolica cinese.

Una Chiesa che fatica a vedere, sul posto, i benefici dell'accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi tra Santa Sede e Pechino, firmato il 22 settembre 2018, e che dovrebbe essere rinnovato il mese prossimo.