
Papa Francesco da diversi mesi mostra serie difficoltà a deambulare. Il 30 aprile 2022, ricevendo pellegrini dalla Slovacchia, ha dichiarato che la sua gamba "non va bene", aggiungendo anche: "non funziona". Ha confidato che il suo medico gli ha consigliato di non camminare.
Questo preoccupante stato di salute ha fatto sì che gli osservatori romani si interrogassero sempre più sul futuro papa. La prima parte ha riportato le parole di un prelato ben informato, monsignor Nicola Bux. Questa seconda parte descrive l'atteggiamento di papa Francesco per prevedere il suo successore.
Il Papa sta lavorando alla sua successione
Le priorità del prossimo pontificato idealmente descritte da monsignor Bux saranno quelle del futuro papa? Diversi vaticanisti ne dubitano, perché Francesco sta lavorando alla sua successione e sta cercando di promuovere l'elezione di un papa a sua immagine e somiglianza.
Sul sito Monday Vatican del 7 febbraio, Andrea Gagliarducci ha affermato senza mezzi termini quello che tutti dicono a bassa voce: "Pensare alla successione di un papa quando è ancora in carica, non è un mistero. E inoltre non è un mistero che dopo l'operazione del 4 luglio 2021 [asportazione di parte del colon. ndr], si sono moltiplicate le discussioni su una possibile successione di papa Francesco".
"Papa Francesco non è apprezzato. Di ritorno dalla Slovacchia, ha fatto sapere che alcuni lo consideravano già morto. Da allora, il Papa è diventato ancora più imprevedibile. E questo non ha fatto che moltiplicare le interviste, gli incontri, i commenti su una possibile successione".
Il giornalista ha poi descritto l'atmosfera che si respira attualmente in Vaticano perché "papa Francesco vuole gestire tutto personalmente": "La sua strategia è togliere il potere agli altri. Quindi nessuno ha il controllo".
"Non ce l'hanno i segretari privati, destinati a essere sostituiti e, comunque, ignari delle tante nomine del Papa. Non ce l'hanno i capi di dicastero, incerti sulle decisioni del Papa, e destinati a rimanere non più di due mandati quinquennali. Nemmeno i vescovi locali, costretti a navigare in modo precario, sperando di non commettere gravi errori. […]"
"In pratica ognuno cerca il proprio spazio, consapevole che un errore potrebbe portare a un rimprovero da parte del Papa, che non ha mai avuto remore ad abbandonare coloro che considera inferiori."
È in questo contesto di timore generale, secondo Andrea Gagliarducci, che va considerata la futura successione: "Il Papa sta cercando di assicurarsi la successione attraverso una serie di nomine mirate. Probabilmente è così che delineerà il collegio cardinalizio durante il prossimo concistoro, che non dovrebbe aver luogo prima di ottobre, salvo sorprese".
"Si parla di creare almeno quindici cardinali, di cui almeno dieci elettori, durante quello che sarà il primo concistoro dopo l'operazione di papa Francesco. Con una stragrande maggioranza di cardinali a sua immagine e somiglianza, il Papa spera che sceglieranno qualcuno che segua la linea del suo pontificato."
Ma il giornalista avverte: "Non è detto però che sarà un Francesco II. Potrebbe anche essere un Paolo VII, un papa dell'Europa centrale dotato di eccezionale competenza in diritto canonico, che potrebbe così riparare ad alcune lacune giuridiche di questo pontificato".
"Tutto è incerto. Quello che salta all'occhio è che questa incertezza è intenzionale in modo che nessuno possa organizzarsi per un conclave. Tutto deve essere incerto, perché deve essere chiaro che papa Francesco è l'unico a gestire il potere."
Alla fine il vaticanista si chiede: "Ma quale Chiesa lascerà papa Francesco? A uno sguardo ravvicinato, lascerà una Chiesa da ricostruire, timorosa di prendere iniziative, frenando gli uomini e l'evangelizzazione. Il risultato sarà una Chiesa forse troppo gentile e poco empatica. Una Chiesa che ha bisogno di fare pubblicità invece di evangelizzare".
E conclude: "Queste affermazioni possono sembrare forti. Tuttavia, penso che sia una possibilità da non sottovalutare. È questo che vuole papa Francesco? Questo è quello che vedremo".
Altri vaticanisti si avventurano a fare nomi. Così Sandro Magister, sul suo blog Settimo Cielo del 3 febbraio, ha indicato chi è il candidato della Comunità di Sant'Egidio, o meglio, i due candidati, quello ufficiale (ecclesiastico) e quello ufficioso (laico):
"Non è un mistero che la Comunità punti a far eleggere papa, nel futuro conclave, il cardinale Matteo Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna e suo membro di spicco fin dalle origini. Così come non sfugge, agli intenditori, che a governare di fatto la Chiesa, qualora Zuppi fosse eletto papa, sarebbe prima e più di lui Andrea Riccardi, l’onnipotente fondatore e capo della Comunità."
E il vaticanista romano osserva: "uppi e Riccardi hanno fama di voler proseguire il cammino iniziato da Francesco in forma più ordinata e senza gli squilibri caratteriali che danneggiano l’attuale pontificato. Ma forse, proprio questa continuità tra loro e Bergoglio, vista la crescente e diffusa insofferenza per come oggi è governata la Chiesa, potrebbe in conclave rovesciarne le sorti."
Continua...