Germania: chi vota contro la fede non può essere preso sul serio

24 Maggio 2023
Fonte: fsspx.news
Timbro “uscita dalla chiesa”.

Il portale austriaco Kath.net, largamente diffuso in Germania, prende il pretesto di una "uscita dalla Chiesa" per considerare il prossimo futuro del cattolicesimo d'Oltrereno alla luce delle conseguenze del recente Cammino sinodale. Un'analisi interessante e convincente.

Uscire dalla Chiesa in Germania
L'"uscita dalla Chiesa" di un individuo - il rifiuto di pagare l'imposta ecclesiastica e le sue conseguenze - non merita i titoli dei giornali. Di recente, però, ha fatto un po' scalpore un caso, quello di Lukas Färber, di Azione 72 Ore dell'Associazione tedesca della gioventù cattolica di Münster.

Lukas Färber ha anche partecipato alla campagna Out in the Church [che ha promosso il coming out di membri e dipendenti della Chiesa]. Ha anche fatto parte del gruppo di partecipanti under 30 selezionati dall'Associazione tedesca della gioventù cattolica per il Cammino sinodale.

In un thread su Twitter, Färber spiega i motivi della sua partenza. Spiega anche che desidera rimanere membro di due associazioni giovanili cattoliche, cosa impossibile in circostanze normali. Inoltre, continuerà ad essere relatore per Azione 72 Ore.

Cosa dice l'episcopato sull'uscita dalla Chiesa?
Sul proprio sito web, la Conferenza episcopale tedesca (DBK), nel Decreto generale della Conferenza episcopale tedesca sull'uscita dalla Chiesa (20 settembre 2012), afferma che "l'abbandono civile della Chiesa (...) rappresenta una grave offesa alla comunità ecclesiale e limita la partecipazione attiva alla vita ecclesiale di chiunque si allontani così dalla Chiesa".

Il decreto specifica: "La dichiarazione di uscita dalla Chiesa comporta le seguenti conseguenze giuridiche: 1. la persona che ha lasciato la Chiesa […] non può esercitare alcun ufficio ecclesiastico o alcuna funzione nella Chiesa".

Bisogna vedere se la dichiarazione di Färber di mantenere la sua posizione si avvererà. Anche sotto l'ordinanza riformata sull'impiego nella Chiesa [frutto del Cammino sinodale], l'abbandono della Chiesa è ancora considerata motivo di licenziamento.

Infine, Färber scrive di non condividere più la fede della Chiesa: "Il mio impegno mi ha mostrato che la mia concezione del cristiano, della fede e della Chiesa ha poco a che fare con ciò che insegna la Chiesa ufficiale". Il suo mantenimento di tali condizioni solleverà interrogativi sull'imposta ecclesiastica.

L'uso attuale dell'imposta ecclesiastica
Molti cattolici hanno problemi con questa tassa. Diversi progetti difficilmente associabili alla fede della Chiesa, come il Cammino sinodale, vengono finanziati grazie ad essa. Il diritto canonico obbliga i credenti a sostenere adeguatamente la Chiesa. Ma cosa succede quando questi fondi di sostegno sono destinati in gran parte a progetti ostili alla Chiesa e alla fede?

Oltre all'imposta ecclesiastica, questo caso mostra un altro dei risultati attesi dal Cammino sinodale. Le delusioni che hanno portato Färber a lasciare la Chiesa porteranno presto a molte altre dimissioni come era facile prevedere.

Le delusioni dei riformatori sono comprensibili: per troppo tempo vescovi e sacerdoti irresponsabili li hanno favoriti o tollerati. Nel Cammino sinodale i vescovi hanno alzato la mano a favore delle eresie e ora stanno raccogliendo i frutti delle delusioni, perché hanno mentito e ingannato con la loro approvazione.

Allora, chi può prendere sul serio un vescovo che vota a favore della presenza delle donne in tutti i ministeri? Non è altro che un atto di menzogna che ora viene giustamente ricambiato sotto forma di dimissione disillusa e rabbiosa.

Per ragioni di giustizia, non di fede, non possiamo che prendere nota per il momento di ognuna di queste disilluse dimissioni e metterle sul conto dei vescovi che hanno votato "sì" a tutto questo scempio. Non ci si dimentichi di rivolgere una preghiera al Cielo per coloro che hanno abbandonato. Alla fine, sono ingannati quanto i fedeli leali che continuano a pagare per il disastro.