
Il 16 gennaio 2023, tre cardinali di Curia hanno indirizzato una lettera ufficiale a mons. Georg Bätzing, per lanciare un serio monito sui progetti del Cammino sinodale. Questa lettera doveva essere comunicata ai vescovi tedeschi entro una settimana. Questi hanno risposto con un comunicato stampa, datato 23 gennaio.
Dobbiamo ricostruire la genesi di questa lettera e considerare la sua ricezione da parte dei vescovi tedeschi.
Una domanda posta a Roma
Il Cardinale-Arcivescovo di Colonia, Rainer Woelki, i Vescovi Gregor Hanke di Eichstätt, Bertram Meier di Augsburg, Stefan Oster di Passau e Rudolf Voderholzer di Regensburg, hanno inviato il 21 dicembre 2022 una lettera al Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e ai prefetti dei dicasteri per la dottrina della fede e per i vescovi, cardinali Luis Ladaria e Marc Ouellet.
Hanno chiesto a Roma se fossero obbligati a partecipare al "Comitato sinodale", istituito dall'ultima Assemblea del Cammino sinodale di settembre, e composto da 27 vescovi e 27 membri del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, lo ZdK, e da altri venti membri da eleggere alla prossima Assemblea. Questo comitato mira a costituire un "Consiglio sinodale" stabile.
Questo Consiglio, composto "secondo le proporzioni dell'Assemblea sinodale", è inteso come un "organo di consultazione e di decisione sugli sviluppi essenziali della Chiesa", che deve prendere "decisioni fondamentali, di portata sovradiocesana". Costituirebbe una nuova struttura di guida per la Chiesa in Germania, posta al di sopra dell'autorità della Conferenza episcopale.
Sulla stessa linea è previsto un "Consiglio diocesano" che svolga a livello delle diocesi lo stesso ruolo del Consiglio sinodale a livello del Paese. A queste condizioni, risponde Roma, i vescovi non sono obbligati a partecipare al Comitato sinodale. Ma Roma aggiunge una precisazione fondamentale.
"Al di là della decisione che verrà presa da ciascun vescovo in vista di un'eventuale partecipazione al 'Comitato sinodale', e nello spirito di quanto precede, teniamo a precisare che né il Cammino sinodale, né alcun organo da esso istituito, né alcuna conferenza episcopale ha la competenza per istituire un 'Consiglio sinodale' a livello nazionale, diocesano o parrocchiale. Si precisa che questa risposta è stata approvata dal Papa 'in forma specifica', cosa che le conferisce una particolare autorevolezza."
Questa lettera avrebbe dovuto segnare la fine per un'importante riforma voluta dal Cammino sinodale: la partecipazione dei fedeli all'autorità di direzione nella Chiesa. Ma…
La risposta dei vescovi tedeschi
Il 23 gennaio si è riunito a Würzburg il Consiglio permanente della Conferenza episcopale tedesca (DBK), che ha discusso la lettera firmata dai tre cardinali. Al termine di questa consultazione, il presidente della DBK ha pubblicato un comunicato.
Egli osserva che la decisione del Cammino sinodale riguardo al futuro Consiglio sinodale "rimanda al diritto canonico in vigore". Il che significa che "non è fondato il timore espresso nella lettera, secondo cui un nuovo organismo potrebbe porsi al di sopra della conferenza episcopale o neutralizzare l'autorità dei vari vescovi".
Aggiunge che dove "la Santa Sede vede il pericolo di un indebolimento del ministero episcopale", i vescovi vivono la consultazione sinodale come un rafforzamento di questo ministero. Perché si tratta di "vivere la cultura sinodale nella deliberazione e nella decisione congiunta". Dunque, "il Comitato sinodale non è rimesso in discussione con la lettera romana".
Infine, fa notare con soddisfazione "che gran parte del Consiglio permanente ha ribadito la volontà di dare attuazione alla decisione dell'Assemblea sinodale relativa al Comitato sinodale".