Germania: il diritto canonico perde il nord

23 Agosto 2022
Fonte: fsspx.news

Nella diocesi di Freiburg im Breisgau (Baden-Württemberg, Germania) il Cammino sinodale trova ora eco nel diritto canonico: dal 1° gennaio 2023 gli atti canonici del battesimo dovranno integrare le derive più progressiste della società. Un allineamento dal quale non è certo che la Chiesa ne uscirà accresciuta al di là del Reno.

Se due persone dello stesso sesso si "sposano" civilmente vogliono battezzare un figlio, questo sarà considerato figlio o figlia di colui che ne è il genitore biologico. L'altro "genitore" sarà indicato come "affidatario". Così ha deciso l'arcidiocesi di Friburgo.

Inoltre, le persone cosiddette "transgender", già state battezzate e che hanno deciso di cambiare sesso nello stato civile, hanno la possibilità di far iscrivere a margine del certificato di battesimo il loro "sesso ufficiale", oltre al loro sesso di nascita.

Infine, affinché il provvedimento sia completo, l'arcidiocesi di Friburgo ha deciso di tenere conto anche delle persone che si dichiarano "intersessuali", e che possono essere iscritte nei registri battesimali, tenendo conto del loro particolarità.

Un allineamento con le leggi più progressiste del Paese che il vicario giudiziale diocesano assume a pieno titolo: "Era semplicemente necessario prendere provvedimenti legali che reagissero a questa evoluzione della società, soprattutto perché la legge statale dà direttive in tal senso", spiega padre Thorsten Weil con fiducia.

Per lui queste nuove disposizioni rimarrebbero "nell'ambito della dottrina della Chiesa". Una dichiarazione audace.

Una visione molto frammentata dei registri dei battesimi
Contattato dal quotidiano La Croix, padre Ludovic Danto, preside della facoltà dell'Istituto Cattolico di Parigi (ICP) concorda: "Un registro non è una professione di fede, riporta solo un fatto. Trascrivere la filiazione in un registro non significa che la Chiesa approvi la vita morale della famiglia", ha affermato il canonista.

Dichiarazioni che dovrebbero essere qualificate, perché l'atto battesimale è testimonianza della fede del soggetto al momento del suo battesimo, e dell'impegno dei suoi genitori o tutori legali, a crescere nella fede e nella morale della Chiesa. In quanto tale, come discernere l'impegno delle coppie dello stesso sesso che verrebbero a chiedere il battesimo per un bambino adottato o nato da una PMA/GPA?

L'atto battesimale, inoltre, non si riduce a provare solo l'identità civile di un soggetto, ma ne mostra il radicamento, l'identità in un senso più profondo: così, la Chiesa non annota allo stesso modo un battesimo, a seconda che si tratti di una persona nata fuori dal matrimonio, adottata, ecc.

La situazione è migliore in Francia? Non proprio: nel 2018 la Conferenza episcopale di Francia ha proposto ai vescovi di sostituire, sui certificati di battesimo, la menzione "figlio di" con "cognomi e nomi dei genitori o di altri titolari della potestà genitoriale", senza, tuttavia, occuparsi della registrazione dei soggetti che si dichiarano "transgender".

I vescovi francesi sono lungi dall'aver tutti mantenuto questa nuova formulazione, a riprova che la questione non è unanime, anche all'interno dell'episcopato.

Che si tratti della Germania o della Francia, in ogni caso si lascia stabilirsi un'ambiguità come minimo lesiva per la fede e la morale cristiana, perché la nozione di filiazione è totalmente diluita quando è equiparata a quella di "titolare della potestà genitoriale".

Nello stesso senso, le nuove formulazioni tedesca e francese trattano allo stesso modo il bambino battezzato nato dall'inseminazione artificiale con un donatore (IAD) e il bambino nato naturalmente, rompendo con la pratica della Chiesa.

A questo proposito, già nel 1987 la Congregazione per la Dottrina della Fede, nella sua istruzione Donum Vitae, ricordava che la IAD "viola il diritto del bambino ad essere concepito e messo al mondo nel e attraverso il matrimonio".

Per non parlare della possibilità, a ben guardare, delirante, offerta dalla diocesi di Friburgo di inserire nel registro il "sesso civile", eventualmente "scelto" dai battezzati: tante le promesse date ai promotori dell'ideologia del genere.

Ciò suggerisce, o almeno vuole far credere ai richiedenti, che l'integrazione del "matrimonio per tutti" nel diritto canonico sia solo una questione di tempo. Perché integrando in un documento canonico una disposizione che non ha altro fondamento che la volontà del soggetto, si prepara ad accogliere il "matrimonio" di questi soggetti sradicati dalla loro identità biologica, fondamento del matrimonio cattolico.