La Spagna vota per il reato di intralcio all'aborto

8 Aprile 2022
Fonte: fsspx.news

Il senato spagnolo ha approvato l'emendamento al codice penale che prevede pene detentive per i pro-vita che operano in prossimità di cliniche per l'aborto. Tale provvedimento era già stato approvato al Congresso dei Deputati ed è stato finalmente approvato senza modifiche al Senato il 6 aprile. Entrerà ufficialmente in vigore quando sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (BOE).

Questo emendamento, promosso dal Partito Socialista dei Lavoratori Spagnolo (PSOE), riforma l'articolo 172 quater del codice penale, il quale prevede che la reclusione sarà comminata a chiunque "al fine di ostacolare l'esercizio del diritto all'interruzione volontaria di gravidanza, importuni una donna con atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che violano la sua libertà".

Analoghe sanzioni saranno inflitte a coloro che interagiscono con "i medici o i responsabili dei centri autorizzati all'interruzione della gravidanza con lo scopo di ostacolare l'esercizio della loro professione o della loro funzione".

Le pene in cui si incorre sono la reclusione – da 3 mesi a un anno – o il servizio civile – da 31 a 80 giorni. Il tribunale può vietare alle persone condannate "di recarsi in determinati luoghi [intorno alle cliniche per aborti] per un periodo da sei mesi a tre anni". Si precisa che "non è richiesta la denuncia del danneggiato o del suo rappresentante legale".

Proteste
Il Partito Popolare (PP) – liberal conservatore, l'Unione popolare navarrese (UPN) – partito regionale di destra e il partito VOX (di Vox Rocio De Meer Méndez, nato da una scissione nel PP) si sono opposti al provvedimento. Avevano presentato due proposte di veto che sono state respinte.

I rappresentanti di VOX hanno più volte assicurato che quando il provvedimento sarà pubblicato nella BOE, lo porteranno alla Corte Costituzionale per violazione dei diritti fondamentali di espressione e di riunione. Una decisione che il PP intende sostenere.

Jacobo González-Robatto, senatore VOX, ha affermato che la proposta è "un chiaro esempio di assoluta manipolazione del linguaggio" perché "abortire significa uccidere, significa porre fine alla vita di un essere umano".

González-Robatto ha anche assicurato che le azioni di coloro che agiscono in prossimità delle cliniche per aborti, chiamati "soccorritori", "consistono unicamente ed espressamente nel dare l'ultima possibilità a madri e bambini".

Da parte sua Fernando de la Rosa, senatore del PP, ha dichiarato che questa misura è "un'aberrazione giuridica" e che il PSOE "non pondera i diritti, ma usa il codice penale come strumento per diffondere la sua ideologia e come meccanismo per puntare il dito contro persone che non la pensano come loro".

Il senatore dell'UPN Alberto Catalán ha affermato che la legge mira a "criminalizzare la difesa della vita" e che nella società odierna è più facile "programmare la morte che la vita".

Bárbara Royo, avvocato penalista, ha detto al quotidiano El Debate che "è difficile immaginare come si possano condannare coloro che manifestano con uno striscione davanti a un centro per aborti, perché la loro presenza non è contro una donna in particolare, ma contro una pratica che, a causa delle loro convinzioni o della loro religione, non è ammissibile".

"Senza contare che il fatto che un semplice verbale di polizia, senza preventiva denuncia della potenziale vittima, serva da presupposto per una sanzione, elimina il principio di base secondo il quale, affinché vi sia un reato, debba esserci una vittima designata, in questo caso una donna, che sia l'obiettivo identificabile della coercizione", ha detto l'avvocato.

Per la cronaca, in Francia esiste una legge simile dal 1993, ma le sanzioni sono molto più pesanti. Una persona condannata per il reato di intralcio all'aborto può essere punita con la reclusione di 2 anni e con la multa di 30.000 euro.