La Turchia restituisce un importante reperto biblico a Israele

22 Marzo 2022
Fonte: fsspx.news

L'iscrizione di 2.700 anni che commemora la costruzione – attestata dalla Bibbia – di un tunnel sotterraneo intrapresa durante il regno di re Ezechia, sarà presto restituita dalla Turchia allo Stato ebraico.

Raramente un'iscrizione su pietra ha fatto scorrere tanto inchiostro dalla sua scoperta nel giugno 1880: fu in questa data che un giovane, avventuratosi nei primi metri del canale sotterraneo che porta l'acqua alla vasca di Siloe, scoprì un'iscrizione in caratteri ebraici antichi, che racconta la storia della fine della perforazione dell'opera intrapresa dal re Ezechia e menzionata nel Libro dei Re.

Un privato in cerca di un buon affare, decise di estrarre l'iscrizione dalla parete rocciosa, rompendola in più frammenti, nella speranza di venderla a un museo europeo.

Il governo turco - la Terra Santa era allora sotto il controllo dell'Impero Ottomano - intervenne e sequestrò i frammenti che furono raccolti e poi esposti, ancora oggi, al Museo delle Antichità di Istanbul...

Non per molto, perché l'11 marzo 2022, approfittando della visita del capo dello stato ebraico sul suo suolo, il neo-guardiano della Sublime Porta ha deciso di restituire al suo proprietario l'antica iscrizione: un gesto di buona volontà al fine di rilanciare le relazioni diplomatiche che si sono deteriorate negli ultimi anni.

Perché l'iscrizione di Siloé è un simbolo di resistenza e indipendenza per Israele: dopo la caduta di Lachis, città di Giuda situata sulla strada per l'Egitto, caduta nelle mani dell'invasore assiro intorno al 701 prima della nostra era, il re Ezechia anticipò l'assedio di Gerusalemme con una serie di opere titaniche.

Tra queste, un tunnel lungo 533 metri, scavato nella roccia, per fornire alla Città Santa l'accesso alle acque della sorgente del Gihon, situata all'epoca fuori dai bastioni.

Al termine della trivellazione, in una delle pareti è scolpita un'iscrizione commemorativa: "Ecco il tunnel, e tale fu la storia del suo scavo: mentre i minatori maneggiavano il piccone, uno verso l'altro, e mentre rimanevano solo tre cubiti da scavare, si udì la voce di ciascuno che chiamava il suo compagno, poiché nella roccia si udiva una risonanza da sud e da settentrione.

"Così, il giorno della perforazione, i minatori si incontrarono, piccone contro piccone. Quindi le acque scorrevano dalla sorgente al serbatoio per milleduecento cubiti, e cento cubiti erano l'altezza della roccia sopra le teste dei minatori."

Tutti i lavori intrapresi dal re di Giuda permisero alla capitale di resistere all'assedio delle truppe nemiche. Ma Ezechia dovrà comunque pagare un pesante tributo a Sennacherib per scongiurare la minaccia assira (2 Re 18, 13-16).

Il capitolo 20 del secondo libro dei re conferma la costruzione del tunnel: "il resto della storia di Ezechia, tutte le sue gesta, e come costruì la vasca e il canale per portare l'acqua in città, questo non è forse scritto nel libro degli Annali dei re di Giuda? (2 Re 20, 20)

La Piscina di Siloe, costruita da Ezechia per trattenere l'acqua così raccolta, è quella nella quale Cristo manderà il cieco per ridargli la vista (Gv 9,7).

In cambio della restituzione dell'iscrizione di Siloe, Israele ha offerto alla Turchia la restituzione di manufatti dell'era ottomana.