Lucerna rinnega la Guardia Svizzera

3 Ottobre 2022
Fonte: fsspx.news
A sinistra, l'attuale caserma delle Guardie Svizzere

Il cantone di Lucerna non pagherà 400 000 franchi svizzeri per la costruzione della nuova caserma delle guardie svizzere del Vaticano: la busta è stata ampiamente rifiutata da oltre il 70% dei voti, durante il referendum indetto dal partito socialista e dai Liberi Pensatori. Segno della perdita di vitalità del cattolicesimo in un cantone che tuttavia è storicamente legato alla Chiesa.

Un colpo di alabarda alla schiena. Così deve essersi sentito il colonnello Christoph Graf – comandante della Guardia Svizzera di Lucerna – quando ha appreso dei risultati del referendum organizzato il 25 settembre 2022 in un cantone che, però, è storicamente legato alla Guardia Pontificia.

Per più di tre secoli, tra il 1548 e il 1878, fu nel cantone di Lucerna che furono reclutati in esclusiva gli uomini dediti alla protezione del successore di Pietro.

Ma il peso della storia non ha gravato molto sulle sponde della Reuss il 25 settembre: con il 71,5% di "no", i lucernesi hanno votato contro il contributo di 400.000 franchi - 416 mila euro circa - stimando che il Vaticano "potrebbe autofinanziarsi" la costruzione della nuova caserma della Guardia Svizzera.

Il progetto è stato, come ricordiamo, avviato nel 2016 dalla Fondazione per la ristrutturazione della Caserma, dato che gli edifici attuali, costruiti nell'800, non erano mai stati restaurati, generando costi di manutenzione particolarmente gravosi per mancanza di isolamento dell'edificio. Per non parlare dei locali angusti che attualmente ospitano 110 guardie, un numero che dovrebbe crescere fino a 135.

La Fondazione dovrebbe raccogliere 45 milioni di franchi svizzeri, ovvero 47 milioni di euro, per demolire gli edifici fatiscenti e costruire invece una nuovissima caserma: la Confederazione Svizzera ha già donato 5 milioni di euro, spetta ai Cantoni contribuire con più di 4 milioni supplementari.

Ma a Lucerna i partiti di sinistra alleati dei Liberi Pensatori sono riusciti a indire un referendum e ad ottenere il sostegno di gran parte degli elettori: "E' una grande sconfitta per il conservatorismo a Lucerna", ha detto rallegrato anche di David Roth, presidente del PS cantonale.

Il socialista vede nei risultati elettorali non il segno dell'ostilità religiosa, ma soprattutto una questione di soldi: "400.000 franchi non sono di per sé una grossa somma, ma negli ultimi anni abbiamo attuato forti misure di riduzione dei costi a Lucerna. Le scuole hanno sofferto molto, ci sono stati licenziamenti. E ora dovremmo dare soldi per finanziare i quartier generali militari all'estero?", spiega.

Anche da parte delle Guardie Svizzere, si vuole mettere in prospettiva la portata del voto: "È ovviamente deludente. Ma non è stato un voto contro la Guardia, il dibattito è stato su altri argomenti. Anche nel campo opposto c'è simpatia e stima per l'operato della Guardia Svizzera. Il punto controverso era chi doveva occuparsi del finanziamento", commenta Stefan Wyer, capo dell'ufficio stampa svizzero della Guardia.

E aggiunge: "La Guardia ha bisogno di alloggi moderni. Siamo fiduciosi che saremo ancora in grado di portare a termine il progetto. In effetti, il rifiuto di Lucerna è piuttosto simbolico, perché la Fondazione per la ristrutturazione della caserma non avrà difficoltà a trovare i 400.000 franchi mancanti".

Ma il "no" del 25 settembre 2022 la dice lunga sulla scristianizzazione di un cantone dove i cattolici sono ancora in maggioranza.