Migliaia di documenti del Giappone feudale trovati nel fondo vaticano

4 Marzo 2022
Fonte: fsspx.news
Il cardinale José Tolentino de Mendonca

Migliaia di antiche pergamene che raccontano la persecuzione contro i cristiani tra il XVII e il XIX secolo sono state restaurate e digitalizzate con la collaborazione delle istituzioni culturali giapponesi. Furono portati alla Biblioteca Vaticana nel 1953 dal missionario salesiano Mario Marega. Esemplari del Giappone Edo da ora disponibili ai ricercatori.

Una collezione della Biblioteca Vaticana contenente 14.000 documenti antichi sulla storia della persecuzione dei cristiani in Giappone durante il periodo Edo è stata completamente digitalizzata e messa a disposizione degli storici, grazie all'intensa collaborazione tra la Santa Sede e alcune importanti istituzioni culturali giapponesi.

La conclusione del restauro e della catalogazione dei "Documenti Marega" – una delle più importanti raccolte archivistiche conservate fuori dal Giappone sulla storia del Paese del Sol Levante tra XVII e XIX secolo – è stata presentata questo 1° marzo nel corso di una conferenza stampa in Vaticano.

Dietro questo importante tesoro culturale c'è l'opera di un missionario italiano, il salesiano Mario Marega, vissuto in Giappone tra il 1930 e il 1974. Grande conoscitore della cultura giapponese – gli dobbiamo la traduzione italiana di Kojiki, il più antico testo mitologico giapponese – Padre Marega, attraverso una rete di connessioni personali, riuscì a raccogliere migliaia di jō.

Si tratta di rotoli di carta "schiacciati", che, dopo l'editto dell'imperatore del 1612 che vietava il cristianesimo in Giappone, furono usati dal Daimyo di Bungo (ora Usuki, Prefettura di Oita) per scrivere, durante dei decenni, rapporti sulle famiglie dei primi convertiti al cristianesimo.

Una mole di documenti che, oltre a testimoniare la persecuzione, offrono anche un campione molto più ampio della realtà delle campagne giapponesi in epoca premoderna.

Don Marega, con l'aiuto del Nunzio Apostolico in Giappone, riuscì a inviare questo materiale raccolto in Vaticano nel 1953. Ma il fondo era difficile da catalogare per una biblioteca occidentale. Questo è il motivo per cui questi documenti sono rimasti archiviati per molti anni e sono stati ritrovati solo nel marzo 2011.

Il progetto Marega è stato quindi avviato in collaborazione con le istituzioni accademiche giapponesi. Questo fu l'inizio di un lungo processo di inventariazione e restauro. Fondamentale per il restauro dei materiali è stata la collaborazione con esperti dell'estremo oriente: le vecchie carte dei manoscritti giapponesi richiedevano trattamenti speciali.

L'intera collezione è stata finalmente digitalizzata, il che consentirà ai ricercatori di iniziare gli studi su questi documenti, che sono stati messi online, a disposizione di tutti . Il cardinale José Tolentino de Mendonça, bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa, ha affermato durante la presentazione del progetto:

"La storia ha dettato che i più grandi archivi feudali conservati al di fuori del Giappone sono ora conservati qui. Sono documenti fondamentali per ricostruire la storia del cristianesimo giapponese, ma il loro valore storico va ben oltre questo quadro, costituendo un variegato ritratto della società giapponese nell'era premoderna."