
All'apertura del vertice COP26 del 31 ottobre 2021 a Glasgow (Scozia, Regno Unito) sul riscaldamento globale, uno studio americano mette in luce il silenzio di gran parte dell'episcopato d'oltralpe su questo tema, illustrando un nuovo punto di disaccordo con papa Francesco.
Forse i vescovi americani non condividono lo stesso entusiasmo di papa Francesco per l'ecologia? Per rispondere a questa domanda, l'IOP Science Institute ha compilato non meno di 12.077 articoli pubblicati dall'ordinario di duecentouno giurisdizioni ecclesiastiche negli Stati Uniti, in un periodo compreso tra giugno 2014 e giugno 2019, cioè prima e dopo l'enciclica Laudato si'.
In particolare, i ricercatori hanno valutato la frequenza e il contenuto degli interventi episcopali sul tema dell'ipotesi del cambiamento climatico: con risultati che rischiano di mettere i brividi in quel di Santa Marta.
Di tutti gli articoli episcopali compilati, solo 93, ovvero lo 0,8% del totale, menzionano questo tema divenuto la doxa della religione ecologica. Inoltre, questi novantatré articoli sono stati scritti solo da cinquantatré vescovi, che rappresentano solo il 26% del corpo episcopale.
Altro punto sollevato nell'indagine IOP Science: i vescovi che hanno accennato ai cambiamenti climatici nei 93 articoli in questione, non lo hanno fatto per riportare con precisione il contenuto dell'enciclica Laudato si', tutt'altro.
Così, 6 vescovi hanno minimizzato il grado di autorità che rappresenta la teoria del cambiamento climatico, altri 9 hanno relativizzato questo assunto, immergendolo in altri recenti insegnamenti della Chiesa sull'ecologia.
Inoltre, 29 vescovi rimangono poco chiari sull'insegnamento trasmesso dalla Laudato si', mostrando così l'imbarazzo causato da un atto pontificio, sul quale ci si chiede a quale magistero appartenga realmente.
Solo lo 0,46% dei discorsi episcopali descrive il cambiamento climatico come reale o in corso; lo 0,12% afferma che esiste un consenso scientifico sulla questione; lo 0,24% lo descrive come un'emergenza pericolosa per la vita.
Un silenzio evocativo se si tiene presente che i vescovi americani sanno parlare - con prolissità - e farsi avanti quando si tratta di difendere il diritto alla vita, di rifiutare la comunione eucaristica ai "divorziati risposati" o ai politici sostenitori della cultura della morte.
Un'indagine da confrontare con altre analisi pubblicate negli ultimi anni e che mettono in luce come i cattolici vicini al Partito Repubblicano siano piuttosto critici nei confronti della svolta ecologica dell'attuale pontificato, a differenza dei cattolici progressisti affiliati al Partito Democratico.
Questa resistenza episcopale al messaggio "ecologico" proveniente da Santa Marta mostra certamente che il grado di autorità di questi documenti, come l'enciclica citata, è quasi nullo. È solo un magistero pastorale che concerne l'ambito del consiglio.
Non è difficile trasporre questa osservazione a un altro evento che pure non voleva far altro che opera pastorale, e che quindi trascurò di insegnare la verità cattolica: è chiaro che si tratta del Concilio Vaticano II. Per questo la sua autorità è minima - appena umana - e contestarla in nome della Tradizione è un servizio alla Chiesa.