Stati Uniti: un percorso sinodale contestato

25 Settembre 2022
Fonte: fsspx.news

Il rapporto che riassume il percorso di consultazione con i cattolici americani in vista del sinodo, è stato diffuso dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) il 19 settembre 2022, a più di un mese dalla scadenza imposta dal Vaticano. Tuttavia, la sostanza e la forma del documento sono tutt'altro che unanimi.

Dall'altra parte dell'Atlantico, la sintesi delle consultazioni dei fedeli in vista del sinodo mostra che vi ci si può trovare di tutto.

È quanto sembra riconoscere – data l'abbondanza dei termini – mons. Daniel Flores, presidente della commissione dottrinale dell'USCCB, quando descrive il rapporto reso pubblico lo scorso 19 settembre come "un tentativo di sintetizzare e contestualizzare gioie, speranze e ferite".

Dal punto di vista della gioia, il documento contiene solo due paragrafi sull'importanza dell'Eucaristia nella vita del cristiano.

La sintesi pone maggiore enfasi su "ferite", di natura molto diversa: la "mancanza di unità" tra i vescovi americani e il Santo Padre a causa di presunte "ideologie politiche", accanto alla critica di un accesso troppo "limitato" alla messa tradizionale, sulla scia del motu proprio Traditionis Custodes.

Per non parlare di una Chiesa ritenuta insufficientemente accogliente verso i "membri della comunità LGBT", i divorziati "risposati", le vittime del "razzismo", e troppo spesso le donne "emarginate", di cui bisognerebbe "rafforzare la leadership".

Non hanno tardato a levarsi voci nell'episcopato, come quella di mons. Thomas Tobin, vescovo di Providence, noto per le sue posizioni conservatrici, il quale si rammarica che le consultazioni abbiano dato vita a un "documento piuttosto austero, incentrato su ferite, lotte e denunce", lasciando sullo sfondo il "grande e generoso lavoro che si compie ogni giorno nella Chiesa".

Inoltre, è possibile interrogarsi sulla rilevanza di una sintesi che si basa su circa 700.000 contributi a livello diocesano, mentre 73 milioni di americani si identificano come cattolici.

Alcuni resoconti diocesani hanno anche rilevato il basso numero totale di partecipanti, senza contare il fatto che alle "sedute di ascolto locale" hanno partecipato folle piuttosto anziane, della generazione 1968: diverse testimonianze dalle diocesi di Pittsburgh, di Omaha, di San Francisco vanno in questa direzione.

Per rispondere all'obiezione delle consultazioni non rappresentative, intervengono i coordinatori sinodali, spiegando che il processo sinodale è "un'impresa spirituale, non un'impresa scientifica; richiede un discernimento orante piuttosto che un'analisi quantitativa". Un modo per ammettere implicitamente i difetti della sintesi.

La relazione deve ora essere inserita in un instrumentum laboris – o documento di lavoro – che servirà da base di riflessione durante la "fase continentale" del sinodo, che dovrebbe iniziare a fine anno. L'intero processo sinodale sulla sinodalità dovrebbe culminare in un incontro mondiale dei vescovi nell'ottobre 2023.