Un cristiano su sette nel mondo subisce la persecuzione

19 Gennaio 2023
Fonte: fsspx.news
Cattedrale di Pyongyang in Corea del Nord. Non ha clero.

Sono oltre 360 ​​milioni i cristiani nel mondo (1 su 7) che subiscono almeno un alto livello di persecuzione e discriminazione nel proprio Paese a causa della loro fede. E l'Asia e il Medio Oriente, così come l'Africa, sono in cima a questa triste classifica.

È quanto emerge dal rapporto annuale 2003 della Ong Open Doors che prende in esame le violazioni della libertà religiosa registrate nel mondo tra il 1° ottobre 2021 e il 30 settembre 2022.

Il rapporto classifica i Paesi in cui è più pericoloso essere cristiani. Durante il periodo in esame, 5.621 cristiani sono stati uccisi per motivi di fede nel mondo (15 al giorno), 4.542 cristiani sono stati arrestati, 5.259 rapiti e 2.110 chiese ed edifici attaccati.

La Corea del Nord è il Paese dove la situazione è più grave: ha registrato il più alto livello di persecuzione negli ultimi 30 anni. L'entrata in vigore della legge contro il pensiero reazionario ha portato ad un aumento degli arresti di cristiani e alla scoperta e successiva chiusura di un gran numero di chiese nascoste.

Questa legge rende reato la pubblicazione nel Paese di qualsiasi materiale di origine straniera e serve anche a giustificare la perquisizione e il sequestro di Bibbie o di qualsiasi altro materiale cristiano, sia esso cartaceo o elettronico. Essere arrestati significa rischiare l'esecuzione o la detenzione in campi di prigionia politica, dove i prigionieri rischiano di morire di fame e subire ogni tipo di tortura e abuso, compresi gli abusi sessuali.

Il testo cita la testimonianza di Timothy Cho, rifugiato nordcoreano fuggito dal Paese: "I cristiani sono sempre stati al centro degli attacchi del regime. L'obiettivo è spazzare via tutti i cristiani del Paese. In Corea del Nord è ammesso un solo dio: la famiglia Kim".

Tra i primi dieci Paesi al mondo dove è più pericoloso essere cristiani – se si considerano Asia e Medio Oriente – troviamo lo Yemen al terzo posto, il Pakistan al settimo, l'Iran all'ottavo e l'Afghanistan al nono.

Per quanto riguarda quest'ultimo Paese – paradossalmente – i parametri in base ai quali Open Doors stabilisce la propria classifica, legati anche al numero di casi di violenza registrati, mostrano un miglioramento che è però solo apparente: è dovuto principalmente al fatto che i talebani dichiarano che la presenza dei cristiani è stata totalmente sradicata e che i pochi che rimangono vivono totalmente nascosti.

L'India, che occupa l'11° posto in classifica, è comunque tra i Paesi in cui la persecuzione è definita "estrema". Nel periodo in esame, Nuova Delhi ha registrato il maggior numero di detenzioni di cristiani senza processo per motivi legati alla loro fede (1.750).

Per quanto riguarda la Cina, al 16° posto, il rapporto osserva che, cosa preoccupante, sta diventando un "modello" anche per molti altri paesi che stanno ridefinendo gli standard dei diritti umani al ribasso. Coloro che si rifiutano di sostenere il partito al governo possono essere etichettati come "sobillatori", "disturbatori della pace" o addirittura "terroristi".

Infine, il rapporto evidenzia la dinamica crescente della persecuzione in Myanmar, in termini di numero di persone costrette a lasciare le proprie case, nascondersi o fuggire dal Paese (sono più di 100.000), dinumero di case, negozi e proprietà cristiane distrutte o attaccate (più di 1.000), e di numero di chiese ed edifici cristiani attaccati, segno che la giunta militare ha preso di mira alcune minoranze percepite come scomode per il solo fatto di essere cristiane.