Un nuovo presidente alla guida dello ZdK

22 Novembre 2021
Fonte: fsspx.news
Irme Stetter-Karp

Il 19 novembre il Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) doveva eleggere il sostituto di Thomas Sternberg, eletto nel 2015. Per la seconda volta a capo dello ZdK è stata eletta una donna, dopo Rita Waschbüsch, presidente dal 1988 al 1997. Questa è Irme Stetter-Karp, 65 anni, specialista in scienze sociali.

Si è distinta tra l'altro, co-fondando la sezione Bad Württemberg dell'associazione donum vitae, istituita contro le direttive di Roma, e qualificata nel 2006 come “fuori dalla Chiesa cattolica” dai vescovi tedeschi. Ha rilasciato un'intervista al sito katholisch.de dopo queste elezioni.

Quello che emerge dalle sue risposte è assai istruttivo e mostra che il cammino sinodale non si sposterà di un millimetro con il suo nuovo presidente.

Dice che ciò che la motiva, per quanto riguarda la Chiesa, è il fatto che il cammino sinodale "ci dà almeno la possibilità di aprire la porta a una riforma che ritengo assolutamente essenziale". Quale riforma?

Riguardo all'uguaglianza di genere all'interno della Chiesa, dice di attingere la sua speranza di cambiamento "dal fatto che ci sono, tra le parrocchie in Germania, tantissime persone che aspirano ad un'apertura dei ministeri ordinati e che hanno bisogno di questa apertura se vogliono condividere la loro fede e non considerarla solo una questione privata".

Aggiunge che "si tratta tanto di partecipazione delle donne quanto di trovare soluzioni a un grande disagio pastorale". - In altre parole, la base reclama, quindi bisogna accontentare.

All'obiezione che ci sono cattolici che rifiutano tali cambiamenti, lei risponde che sono in minoranza. "Dobbiamo trovare prospettive di maggioranza, soprattutto per quanto riguarda il cammino sinodale. Tra i due è necessario il dialogo e lo scambio di argomenti."- I numeri sono dalla nostra, dobbiamo andare avanti.

Infine, interrogata sulla possibilità di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid - domanda che agita gli animi d'oltre Reno - risponde:

"In sostanza, penso che dovremmo chiederci di più su quanta libertà dovrebbe avere l'individuo senza assumersi la responsabilità delle conseguenze per la comunità. Dobbiamo trovare l'equilibrio tra libertà e autodeterminazione da un lato, e solidarietà e responsabilità dall'altro."

Che significa ? Insiste il giornalista. Risposta: "Penso che sia arrivato il momento di chiederci se sia ancora proporzionale mantenere la libertà di non vaccinarsi e d'altra parte accettare che ogni giorno muoiano sempre più persone."

Il ragionamento può essere difeso, ma lo stesso tipo di principio verrà applicato durante i dibattiti sinodali? Quindi, il "disagio pastorale” avrà la precedenza sulla resistenza alle riforme?