È possibile trovare qualche imperfezione in Maria?
Proclamazione della bolla Ineffabilis Deus - vetrata nella cattedrale di Mechelen
C’è stato un dottore cattolico, un Padre della Chiesa - e non dei meno importanti – che segnalò alcuni fatti imputati alla Beata Vergine come imperfezioni: in occasione del ritrovamento del giovane Gesù nel Tempio, o addirittura a Cana. Si tratta di San Giovanni Crisostomo.
Ma, al contrario, dobbiamo affermare che la Vergine Santissima non ha mai commesso la minima imperfezione. Ci sono diverse ragioni per questo.
Per prima cosa, perché la Madre di Dio non aveva il “fomite del peccato” - detto anche concupiscenza - che è una delle principali cause delle imperfezioni. Questa assenza è legata all’immunità dal peccato originale.
Inoltre, la Vergine delle vergini possedeva la virtù perfetta per la grazia che le era stata data.
Essa doveva essere anche un modello di santità, poiché la Madonna è la prima dei redenti: conviene che colei che ha il primato nell’ordine della santità lo realizzi nella sua perfezione completa.
Infine, la sua perfetta prudenza ha sempre misurato la sua attività nel modo più conforme alla volontà di Dio.
Per questo san Tommaso non esita a dire che san Giovanni Crisostomo è andato oltre misura nelle sue parole. E quando San Pio V fece rieditare le opere del grande dottore, chiese che non si ripetessero i passaggi incriminati.
La Madre di Dio possedeva l'impeccabilità
Ma la ragione più profonda dell'assenza di peccati e imperfezioni in Maria è che era impeccabile.
Il Concilio di Trento, nella VI sessione afferma: «Se qualcuno afferma […] si può per tutta la vita evitare ogni peccato, anche veniale, senza uno speciale privilegio di Dio, come la chiesa ritiene della beata Vergine: sia anatema».
San Tommaso, da parte sua, ammette la confermazione in grazia, per principio di convenienza, della Madre di Dio.
L’impeccabilità consiste nel non poter peccare, in ragione di una capacità interiore. Si distingue dalla confermazione in grazia, che è mantenere lo stato di grazia fino alla morte, cioè non commettere alcun peccato mortale: questa grazia si spiega con l’aiuto esterno di Dio. Ma l’impeccabilità richiede una causa interiore nel soggetto che impedisca il peccato.
Questo è ovviamente il caso del Verbo Incarnato, Gesù Cristo: c’è impossibilità per una persona divina di commettere peccato. Nel caso dell’uomo-Dio, alla personalità divina si aggiunge la visione beatifica e la virtù perfetta.
L’impeccabilità esiste in misura minore nei beati: inondati dalla luce della gloria, non possono più peccare. Sarebbe impossibile avere la visione di Dio e peccare.
In misura ancora minore, l’impeccabilità nasce dalla grandissima difficoltà nel peccare che risulta dal dono di una grazia speciale. Questa inclina così tanto al bene che è quasi impossibile separarsene. Dio ha aggiunto un'assistenza speciale per sua Madre che rimuovesse le cause del peccato.
Così, la Madre di Dio era impeccabile, cioè non poteva peccare, sia per la sua virtù perfetta, sia per la confermazione nella grazia e per l’aiuto speciale di Dio.
Questa dottrina ci permette di penetrare più profondamente in queste magnifiche parole di Papa Pio IX in Ineffabilis Deus: «Dio ineffabile […] la ricolmò [Maria] – assai più di tutti gli spiriti angelici e di tutti i santi – dell’abbondanza di tutti i doni celesti in modo tanto straordinario, perché Ella, sempre libera da ogni macchia di peccato, tutta bella e perfetta, mostrasse quella perfezione di innocenza e di santità da non poterne concepire una maggiore dopo Dio, e che nessuno, all’infuori di Dio, può abbracciare con la propria mente.»
Illustration : ©jorisvo/123RF.COM