“Fiducia supplicans”: il commento di mons. Aillet
Mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne, Lescar e Oloron
Mons. Marc Aillet, vescovo della diocesi di Bayonne, Lescar e Oloron, ha pubblicato una lunga nota sul suo sito diocesano per commentare la Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), Fiducia Supplicans (FS) che ha già fatto colare fiumi d'inchiostro e ha provocato numerose reazioni di rigetto in tutti i continenti.
Il testo segue innanzitutto lo schema di molti interventi precedenti. Il primo paragrafo titola "Una dottrina immutata sul matrimonio", citando il testo di FS (n. 4 e 5), con un'allusione al Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) del 22 febbraio 2021 sulla stesso argomento.
Il secondo paragrafo rileva la "distinzione tra benedizioni liturgiche e benedizioni pastorali" e rileva, contrariamente a quanto sostiene il cardinale Manuel Fernandez, prefetto del DDF, che "il testo non apporta nulla di nuovo all'insegnamento ordinario della Chiesa, in questa materia".
Il terzo paragrafo considera l'estensione della benedizione pastorale alle coppie dello stesso sesso, che è oggetto proprio del documento. Esso nota che "si scivola surrettiziamente dalla possibilità di benedire una persona, qualunque sia la sua situazione, a una benedizione concessa a una 'coppia' in situazione irregolare o dello stesso sesso".
La nota continua: "Nonostante tutti i dettagli (…) siamo costretti a constatare che ciò è stato accolto, quasi all'unanimità sia dai favorevoli che dai contrari, come 'un riconoscimento da parte della Chiesa stessa delle relazioni omosessuali'".
"Ora", prosegue mons. Aillet, "è purtroppo spesso intesa in questo senso la pratica – già in uso in alcune Chiese locali – di benedire le 'coppie' dello stesso sesso, soprattutto in Germania o in Belgio, e in modo perfettamente pubblico. C'è da temere che si sentano così incoraggiati, come hanno già dimostrato diversi soggetti."
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Domande che richiedono chiarimenti
Con questo titolo, il Vescovo di Bayonne introduce un'approfondita discussione teologica sul testo del DDF. Vengono quindi poste sei domande per identificare la difficoltà.
"Queste benedizioni non sarebbero in contraddizione con la nozione di 'sacramentale' che ogni benedizione presuppone?" si chiede per prima cosa e nota che è questa nozione, veramente teologica, che ha permesso alla CDF di rispondere negativamente, perché un sacramentale può benedire solo ciò che oggettivamente è "ordinato a ricevere ed esprimere la grazia".
"Non c’è una distinzione tra benedire una persona e benedire una 'coppia'?", chiede ancora mons. Aillet. Il vescovo nota che le benedizioni riguardano singole persone. Così "la novità di FS non sta nella possibilità di benedire una persona in situazione irregolare o omosessuale, ma di benedire due che si presentano come 'coppia'".
Il vescovo di Bayonne prosegue molto sottilmente: "Si pone quindi una questione semantica che non è risolta: si può ragionevolmente dare il nome 'coppia' al rapporto tra due persone dello stesso sesso? Non abbiamo integrato un po' frettolosamente le semantiche che il mondo ci impone ma che confondono la realtà della coppia?"
Spiega: "la differenza sessuale non è essenziale alla costituzione stessa di una coppia? Si tratta di una questione antropologica che merita di essere chiarita per evitare ogni confusione e ambiguità, perché se il mondo ha esteso questa nozione a realtà che non rientrano nel disegno del Creatore, la parola magisteriale non deve assumere un certo rigore terminologico? Corrispondere al meglio alla verità rivelata, antropologica e teologica?"
"E le relazioni omosessuali?", interroga ancora il vescovo. Concedere "una benedizione a una 'coppia' omosessuale (…) sembra in tal modo condonare l'attività omosessuale che li unisce, anche se viene chiarito che tale unione non può essere assimilata al matrimonio. Ciò solleva quindi la questione, che non è affrontata in questa dichiarazione, dello status morale delle relazioni omosessuali".
"Ma l’insegnamento della Chiesa (…) considera questi rapporti 'intrinsecamente disordinati'". E conclude: "se Dio non è restio a benedire il peccatore, può benedire ciò che concretamente non è conforme al suo disegno?"
"Non ci sono degli atti che siano intrinsecamente cattivi?" Mons. Aillet ricorda "il costante insegnamento del Magistero sull'esistenza di atti intrinsecamente cattivi che restano vietati in ogni circostanza". Tuttavia, rileva, FS "evoca spesso il peccatore che chiede la benedizione, ma tace sul peccato particolare che caratterizza queste situazioni".
"L'esercizio della carità pastorale essere slegato dalla missione profetica d’insegnamento?" Il vescovo di Bayonne afferma che "non possiamo separare l'esercizio della carità pastorale dalla sua missione profetica d'insegnamento. E il cuore della predicazione di Gesù resta l'appello alla conversione, e ci rammarichiamo che non sia stato menzionato in questa dichiarazione".
Il vescovo sottolinea che "quando Gesù mostra la sua compassione verso il peccatore, lo esorta sempre a cambiare vita. (…) Che cura pastorale sarebbe quella che non invitasse i fedeli, senza giudicare né condannare nessuno, a valutare la loro vita e il loro comportamento in rapporto alle parole dell'Alleanza e del Vangelo?"
"Possiamo contrapporre pastorale e dottrina?" chiede infine mons. Aillet. E spiega: "Inoltre, possiamo opporre l’accompagnamento pastorale e all’insegnamento dottrinale, come se l’intransigenza fosse dalla parte della dottrina e dei principi, a scapito della compassione e della tenerezza che dobbiamo pastoralmente ai peccatori?" E mostra l'intransigenza della Verità in Cristo.
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Attitudine pastorale pratica
La conclusione del prelato è all'altezza della sua analisi: chiara, precisa, caritatevole.
"Inoltre, in conclusione, e dato il contesto di una società secolarizzata in cui viviamo una crisi antropologica senza precedenti, che inevitabilmente porta ad ambiguità ostinate:
– Invito i sacerdoti della diocesi, di fronte a coppie in situazione irregolare o persone coinvolte in una relazione omosessuale, a manifestare un’accoglienza piena di gentilezza: le persone non devono sentirsi giudicate, ma accolte da uno sguardo e un ascolto che parla dell'amore di Dio per loro.
– Li invito poi ad instaurare un dialogo pastorale e ad avere il coraggio, per il bene delle persone e con la sensibilità adeguata, senza giudicarle e coinvolgendosi personalmente nella relazione pastorale, di dire loro con chiarezza la Verità che la Chiesa insegna sulla loro situazione.
– Infine, li invito, se le persone lo chiedono, a impartire loro una benedizione, purché a ciascuno individualmente, chiamandoli alla conversione e invitandoli a chiedere l’aiuto della grazia, che il Signore concede a tutti coloro che glielo chiedono, a conformare la propria vita alla Volontà di Dio".
Questa nota del vescovo di Bayonne, Lescar e Oloron è un documento importante da aggiungere al fascicolo del processo di Fiducia supplicans.
(Fonte: dioces64.org – FSSPX.Actualités)
Immagine: Poussah, Domaine public, via Wikimedia Commons