I nunzi nel mirino di Sainta Marta
Cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay
Il cardinale indiano Oswald Gracias presiede un discreto gruppo di studio incaricato di sviluppare la funzione di nunzio apostolico in linea con le linee guida del sinodo. In ciò è implicita la riforma dei diplomatici della Santa Sede considerati da papa Francesco come un gruppo separato e indipendente all'interno della Curia.
Una riforma può nasconderne un’altra, soprattutto quando è la prima ad attirare l’attenzione. Fino all'intervista rilasciata dal cardinale Oswald Gracias al sito di informazione religiosa Crux il 17 settembre 2024, riportata da diversi media cattolici, pochi si interessavano ad Apostolic Nuncios, uno dei dieci gruppi di studio apparsi all'indomani dell'assemblea sinodale di Ottobre 2023.
"Durante gli incontri sinodali abbiamo individuato molti temi di primaria importanza che dovevano essere affrontati, ma durante le discussioni la nostra preoccupazione è stata quella di riorientare i dibattiti attorno alla nozione stessa di sinodalità", spiega l'arcivescovo di Bombay, evidenziandone le difficoltà emerse durante l'ultima seduta.
Successivamente, prosegue l'alto prelato, "il Santo Padre ha voluto che alcuni temi fossero trattati separatamente (…) in particolare quello riguardante il ruolo e la funzione del nunzio: questa è la ragion d'essere di questo gruppo che dovrebbe avere a capo un cardinale, e sono stato io il prescelto".
Oltre al cardinale Gracias, a questo gruppo è legato un altro cardinale: Mario Grech. Segretario generale del sinodo, è l'uomo di fiducia di Francesco nell'applicazione dell'agenda sinodale. Oltre a due arcivescovi: mons. Luciano Russo, segretario della terza sezione della Segreteria di Stato per il personale diplomatico della Santa Sede, e mons. Salvatore Pennacchio, presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, la scuola di nunzi situata nei pressi della Minerva, a Roma.
I nunzi apostolici sono stati nel “mirino” dell'inquilino di Santa Marta fin dall'inizio del suo pontificato, spesso considerandoli come un corpo separato, coltivante una certa autonomia, che non si addice alla personalità del pontefice argentino. Il 13 giugno 2019 Francesco disse ai nunzi durante un incontro:
"Se un nunzio si chiudesse in nunziatura ed evitasse di incontrare le persone, tradirebbe la sua missione e, invece di essere fattore di comunione e di riconciliazione, diventerebbe un ostacolo e un impedimento. Non dovete mai dimenticare che voi rappresentate il volto della Chiesa davanti alle Chiese locali presenti in tutto il mondo e davanti ai governi."
"È quindi inconciliabile essere un rappresentante pontificio e criticare il Papa alle sue spalle, tenere blog o anche unirsi a gruppi ostili a lui, alla Curia e alla Chiesa di Roma."
"Un nunzio che non vive la virtù dell'obbedienza – anche quando appare difficile e contraria alla propria visione personale – è come un viaggiatore che perde la bussola, rischiando di perdere la meta. Ricordiamo sempre il detto Medice cura teipsum. È una controtestimonianza chiamare gli altri all’obbedienza e alla disobbedienza."
Parole che parlano da sole e che danno un'idea dell'atmosfera che può regnare dentro le mura leonine. Il che mette in prospettiva le parole del cardinale Gracias:
"Rendendoli [i nunzi] missionari, il Papa vuole che riflettano su questo ruolo: a causa della sinodalità, non devono essere totalmente indipendenti. Inoltre, vengono da fuori, non conoscono gli usi locali, quindi, dal punto di vista sinodale, non dovrebbero essere indipendenti dalla Chiesa locale."
L'alto prelato conferma che i risultati definitivi del gruppo di lavoro dovrebbero essere comunicati entro giugno 2025, ma già si intravede la direzione della riforma: verso una diluizione che, secondo le voci più critiche, rischia di nuocere al capitale fiduciario ispirato fino ad ora da questi uomini nell’ombra che incarnano la continuità della millenaria diplomazia della Santa Sede.
Alla Minerva, come sulla Terza Loggia – il terzo piano del palazzo apostolico dove si trovano gli uffici della Segreteria di Stato – non c’è tempo per preoccuparsi, perché tutti sanno quanto scorre veloce l’acqua del Tevere…
(Fonti: Crux/Vatican.va – FSSPX.Actualités)
Immagine: archdiocese of Bombay