Il Papa chiede di non “strumentalizzare” san Tommaso d'Aquino
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L'XI Congresso Tomista Internazionale si è svolto presso l'Università Angelicum a Roma, dal 19 al 24 settembre 2022. L'obiettivo scientifico di questo Congresso era quello di mettere in luce le risorse della tradizione tomista nei dibattiti teologici e nelle filosofie contemporanee. Erano presenti quasi trecento partecipanti.
"Un'interpretazione di tipo casistico, di tipo opportunistico, sminuisce o rende ridicolo il pensiero del maestro [San Tommaso d'Aquino]", ha detto Papa Francesco ricevendo i partecipanti. Ricordando che questo Congresso aveva l'obiettivo di "riflettere su un maestro", il Papa ha lanciato un severo monito agli specialisti riuniti a Roma.
"A volte, quando si riflette su una persona che è stata creatrice di scuole, filosofiche o teologiche, si rischia di strumentalizzare il maestro" secondo le proprie opinioni, ha detto papa Francesco. "Con il tomismo, è successo questo", ha denunciato.
Ha dettagliato i tre passi da compiere per "spiegare il pensiero di un maestro": primo, "la contemplazione, per essere noi ricevuti in quel pensiero magisteriale"; poi "la spiegazione", che va formulata "con timidezza"; e, infine, "l'interpretazione", da consegnare "con molta cautela".
Di fronte all'ampiezza dell'opera di san Tommaso d'Aquino, che "ha messo in moto tutta una corrente di pensieri", non bisogna "mai usare il maestro per le cose che penso io, ma mettere le cose che penso alla luce del maestro, che sia la luce del maestro a interpretare questo". Papa Francesco ha citato come esempio l'"alta" analisi del cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, che durante il Sinodo sulla famiglia "ha dato una lezione di teologia tomistica - ma a un’altezza! –, perché lui capiva Tommaso e lo ha spiegato senza usarlo, con grandezza".
Il Papa ha commentato il ruolo svolto nel sinodo del 2015 da questo "grande domenicano", molto impegnato nel gruppo di lingua tedesca, sul discernimento nell'accompagnamento pastorale dei divorziati risposati e sul loro possibile accesso alla comunione. – Il che ha portato Amoris lætitia ad autorizzare questa comunione su base pastorale…
"Prima di parlare di San Tommaso, prima di parlare del tomismo, prima di insegnare, bisogna contemplare: contemplare il maestro, capire oltre il pensiero intellettuale cosa ha vissuto il maestro e cosa ha voluto dirci il maestro", ha insistito il pontefice argentino. Descrivendo san Tommaso d'Aquino come "luce al pensiero della Chiesa", il Papa si è espresso contro i "“riduzionismi intellettualistici” che imprigionano la grandezza del suo pensiero magisteriale".
E spiega quello che deve essere, ai suoi occhi, un "tomismo vivo" che entra in "dialogo con il mondo di oggi". Per Francesco, se è stata riconosciuta la "novità perenne" della tradizione del pensiero tomista, è ancora necessario promuovere un "tomismo vivo" – il tomismo non dovrebbe essere un oggetto museale, ma una fonte sempre viva – secondo un doppio movimento vitale di "sistole e diastole".
"Sistole, perché bisogna prima concentrarsi sullo studio dell’opera di San Tommaso nel suo contesto storico-culturale, per individuarne i principi strutturanti e coglierne l’originalità. Dopo, però, viene la diastole: rivolgersi nel dialogo al mondo odierno, per assimilare criticamente ciò che di vero e giusto c’è nella cultura del tempo."
Questo dialogo "diastolico" con il mondo porterà nuova linfa al clero anemico, ai seminari esangui e alle parrocchie in perfusione? Niente è meno sicuro. San Tommaso d'Aquino chiedeva nella sua preghiera quotidiana:
"Dammi, dolcissimo Gesù, un cuore che non dorme mai e che nessuna vana curiosità lo allontani da te; un cuore fermo e immobile come una roccia, che nessuna passione malvagia scuote o precipita; un cuore invincibile, che nessuna tribolazione stanca o sottomette; infine, un cuore libero, su cui nessuna voluttà è tiranna."
(Fonti: cath.ch/imedia/vatican news/DICI n°425 – FSSPX.Actualités)
Immagine: Flickr / Fr Lawrence Lew, O. P. (CC BY-NC-ND 2.0)