Il Vaticano scomunica monsignor Viganò

Fonte: FSSPX Attualità

Il Palazzo del Sant'Uffizio, sede del Dicastero per la Dottrina della Fede

Un comunicato del Dicastero per la Dottrina della Fede annuncia venerdì 5 luglio 2024 la scomunica tardiva di mons. Carlo Maria Viganò, in un processo extragiudiziale al quale l'ex nunzio negli Stati Uniti non è comparso. È stato quindi condannato in contumacia.

Il sito Vatican News spiega che mons. Viganò è stato scomunicato "per aver voluto rompere la comunione con il vescovo di Roma e con la Chiesa cattolica".

Questo è quanto precisa il comunicato: "Le sue dichiarazioni pubbliche manifestanti il ​​suo rifiuto di riconoscere e di sottomettersi al Sommo Pontefice, il suo rifiuto della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti nonché il suo rifiuto della legittimità e della autorità magisteriale del Concilio Vaticano II, sono ben noti".

Conclude il decreto: "All'esito del procedimento penale, il Rev.mo Carlo Maria Viganò è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma". 

Il 24 giugno 2024, sul sito web del Religion News Service, il vescovo ausiliare di Astana in Kazakistan consigliava cautela. Mons. Athanasius Schneider, pur criticando le posizioni sedevacantiste di mons. Viganò, ritiene che Francesco "aumenterebbe le divisioni" nella Chiesa se avesse scomunicato l'ex nunzio apostolico.

"Penso che il Papa sarebbe saggio e prudente se non scomunicasse mons. Viganò", ha dichiarato. E ha chiarito: "Penso che oggi la Chiesa abbia così tante divisioni interne che sarebbe imprudente, anche se ci fosse una ragione canonica, giudicare mons. Viganò". Perché "anche un cieco percepisce che viviamo in un tempo di grande confusione riguardo alla chiarezza della dottrina e della morale".