Il Vicariato di Roma applica con rigore “Traditionis custodes”

Fonte: FSSPX Attualità

Cardinal Angelo De Donatis

In una lettera del 7 ottobre 2021, il cardinale Angelo De Donatis, cardinale vicario di Roma, ha dato le sue direttive per l'applicazione del motu proprio Traditionis custodes. Come ci si poteva aspettare, l'applicazione è più che rigorosa.

Il Cardinale vicario, chiamato anche Vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, è responsabile del governo del vescovado di Roma al posto del Papa.

Nella suddetta lettera, il cardinale De Donatis afferma di voler "esercitare una viva carità pastorale nei confronti dei fedeli che «non escludono la validità e la legittimità della riforma liturgica, dei dettati del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Sommi Pontefici»", così com'è specificato nell'art. 3 del motu proprio.

Ma questa viva carità ha un effetto limitato: dal paragrafo successivo si precisa che "non è più possibile usare il Rituale Romano e gli altri libri liturgici del 'rito antico' per la celebrazione di sacramenti e sacramentali". Neppure per dare la santa assoluzione.

Il presule insiste: "L'uso degli altri Ordines, pertanto, attualmente è espressamente interdetto [oltre a quelli riformati da Paolo VI] e rimane consentito solo l'uso del Missale Romanum del 1962."  Questa è l'interpretazione più rigorosa della lettera del motu proprio.

Come previsto dall'art. 5, tutti i sacerdoti che vogliono celebrare secondo l'antico messale devono ricevere l'autorizzazione scritta del Vescovo. Il Cardinale Vicario intende dirimere personalmente questa questione.

Si precisa inoltre che il parroco, nominato a titolo provvisorio, della parrocchia della SS. Trinità dei Pellegrini sarà incaricato di celebrare il rito antico. È in questa sola chiesa che verrà celebrata la messa domenicale.

Inoltre, in altre chiese dove fino ad oggi è stato celebrato il rito antico, sarà il responsabile nominato dal vescovo che deciderà se continuare o meno questa pratica.

Qualora vi siano richieste particolari per altre chiese o oratori - escluse le parrocchie - anche queste saranno trattate dal funzionario designato.

Uno dei punti notevoli è l'esclusione assoluta da ogni celebrazione del rito tridentino durante il Triduo Pasquale - Giovedì Santo, Venerdì Santo e Sabato Santo.

Infine, le letture saranno sempre fatte in italiano, secondo la lettera del motu proprio.

Ciò che è interessante di questa lettera pastorale è che viene dal Vicario del Papa per Roma e quindi servirà da esempio, almeno in Italia.

Inoltre, rafforza i divieti del motu proprio, nel senso che esclude la celebrazione della messa tradizionale nei giorni festivi.

Si tratta solo  di un eccesso di zelo da parte di colui che deve rappresentare il Papa per i fedeli di Roma o è il riflesso di direttive speciali da parte del Vescovo titolare di Roma, il Papa stesso? Difficile esserne certi.

Ma data la vicinanza del cardinale De Donatis a Papa Francesco, è molto probabile che abbia consultato quest'ultimo, e che queste linee guida siano almeno nello spirito del Sommo Pontefice.

Nonostante queste indicazioni, ci sarà almeno una celebrazione secondo il rito tridentino durante il Triduo Pasquale nella Provincia di Roma, a Albano, Via Trilussa 45, per chi fosse interessato...

Link alla lettera.