Inquietanti rivelazioni di Francesco sul pre conclave del 2013

Fonte: FSSPX Attualità

Papa Francesco ha appena chiarito i contorni del futuro testo che dovrebbe definire il luogo e il ruolo della Curia romana, una delle grandi riforme dell'attuale successore di Pietro, che torna anche su alcune circostanze del pre conclave del 2013.

La Costituzione Praedicate Evangelium

È la prima volta che il Papa evoca, in modo così preciso, la futura costituzione apostolica sulla riforma della Chiesa che dovrebbe essere promulgata alla fine dell'anno 2021.

Tre passaggi dell'intervista rilasciata dal Romano Pontefice alla radio spagnola Cope, il 1° settembre 2021, sono dedicati al futuro documento che andrà a sostituire la costituzione Pastor Bonus, firmata da Papa Giovanni Paolo II il 28 giugno 1988.

Il Papa conferma il nome del futuro documento: "Riguardo alla costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che è in via di elaborazione, siamo all'ultima tappa che è per me quella della rilettura; devo rileggerla, parola per parola, prima di firmarla", rivela.

Durante l'intervista, il pontefice argentino assicura che il futuro testo "non presenterà nulla di nuovo rispetto a quanto visto finora".

"Al massimo qualche dettaglio" aggiunge il successore di Pietro, "alcuni cambiamenti riguardanti la fusione dei dicasteri, o la creazione di due o tre ulteriori dicasteri: per esempio, l'Istruzione si unirà alla Cultura; Propaganda fide si unirà alla Nuova Evangelizzazione".

Il pre conclave rivelato

Ancora più interessante, l'esplicita conferma che l'attuale riforma della Chiesa fa parte di un'agenda programmata e decisa prima dell'elezione del 2013, da un certo numero di cardinali: "la riforma è ciò che volevano i cardinali, dal conclave di marzo 2013", insiste Francesco.

"Non ho inventato nulla, aggiunge il Papa, la mia azione dall'inizio del pontificato consiste nel realizzare ciò che noi cardinali avevamo chiesto nelle riunioni pre conclave per il futuro papa: il prossimo papa dovrà fare questo, quello e quell'altro".

"Ed è quello che ho iniziato a mettere in atto. Penso che ci siano ancora diverse cose da fare, ma non c'è nessuna invenzione da parte mia: obbedisco a quanto deciso a suo tempo."

Il papa sostiene che alcuni elettori, che si erano schierati con i riformatori, non avrebbero preso la piena misura delle conseguenze del loro impegno: "forse alcuni non si sono resi conto della portata di ciò che dicevano, o non hanno immaginato le conseguenze, come è vero che certi temi sono fastidiosi".

"Ma non c'è originalità da parte mia nel piano attuato", sottolinea il pontefice, il quale precisa che il riformismo che sta prendendo forma "riassume quello che noi cardinali dicevamo all'epoca". Se si doveva definire la linea che ha presieduto la sua elezione, il Sommo Pontefice la riassume con l'esortazione Evangelii gaudium, che "riprende quanto espresso dai cardinali".

Così, il fatto di far prevalere la dimensione pastorale sul resto, e di inviare la dottrina nelle segrete del magistero, sembra essere al centro del programma che ha suggellato il risultato delle elezioni del 2013, per la stessa ammissione di l'attuale Pontefice romano.

Una specie di capitolazione

La parola "capitolazione" può riferirsi a una "convenzione che regola determinati privilegi e doveri, negoziata al termine di una discussione o di un confronto". Si riferisce particolarmente alle condizioni che gli elettori, durante la vacanza dell'Impero, offrivano a chi doveva essere eletto Imperatore, e che doveva firmare prima della sua elezione.

Il termine è stato usato per l'elezione dei papi. In questo senso, la capitolazione è un atto redatto dal collegio cardinalizio durante un conclave. Di solito il testo veniva preparato prima del primo scrutinio e tutti i cardinali dovevano giurare di rispettarlo in caso di elezione.

Tra il XIV e il XVII secolo la storia della Chiesa registra una quindicina di capitolazioni che ebbero esiti diversi.

Alla luce di questo noto fenomeno storico, stupisce ugualmente leggere la conclusione del Papa: "Una cosa resta chiara: la riforma non attuerà altro che quanto avevano deciso in precedenza i cardinali, quanto abbiamo chiesto al pre conclave, e che ora si sta realizzando e vedendo la piena luce".

Per i cardinali discutere del futuro della Chiesa prima di un conclave è una cosa. Ma per alcuni cardinali prendere una decisione che coinvolga il futuro papa che non farà altro che attuare il piano deciso dai suoi elettori è tutt'altra cosa.

Si entra così nella logica del partito: un uomo viene eletto sul programma che ottiene più voti, un programma che deve poi realizzare. Non si tratta più della Santa Chiesa, ma di un'organizzazione puramente umana, dimentica della missione divina che dovrebbe animarla.

Concludiamo con una domanda: cosa conteneva questo "programma" deciso nel preconclave?