Italia: polemica su un teologo privato del “nulla osta”

Fonte: FSSPX Attualità

P. Martin Lintner

"È più facile distruggere che costruire" scriveva Alphonse de Lamartine nel 1847 nella sua Histoire des Girondins. Cosa che ha lasciato meditare più di un funzionario della Curia romana, visto che il Vaticano ha deciso di bloccare la nomina di un teologo eterodosso alla carica di rettore dell'Università di Bressanone, creando un vento di protesta negli ambienti progressisti di lingua tedesca.

La notizia è caduta, il 26 giugno 2023, come una mannaia: il Dicastero per la Cultura e l'Educazione ha deciso di rifiutare la nomina di padre Martin Lintner, membro dei Servi di Maria, alla carica di Preside della Facoltà di Filosofia e Teologia di Brixen-Bressanone, situata nella regione Trentino. Sulla base delle "pubblicazioni del docente su temi relativi alla morale sessuale".

I superiori di questa rinomata università cattolica del mondo di lingua tedesca avevano proposto alla Santa Sede il nome di padre Lintner ai sensi della Costituzione apostolica Veritas gaudium, promulgata nel 2017 dal Sommo Pontefice, documento che prevede che i candidati alle cariche di decano, Rettore o professori delle Facoltà ecclesiastiche, devono ricevere il nihil obstat – che equivale ad un'approvazione – dal Dipartimento per la Cultura e l'Istruzione.

Visibilmente delusi dalla risposta negativa di Roma, il Rettore dell'Università, Mons. Ivo Muser, e l'attuale Rettore, Alexander Notdurfter, hanno reagito notando "con incomprensione il rifiuto del nihil obstat romano di convalidare la scelta di Martin Lintner alla funzione di Preside dello Studio Filosofico e Teologico di Bressanone", arrivando a contestare alla Santa Sede un "intervento disciplinare inopportuno e incomprensibile dal punto di vista professionale".

I dirigenti dell'Università di Bressanone avrebbero trovato più appropriato l'insegnamento di padre Lintner? Se dovessimo portare l'antologia delle aberrazioni teologiche del Servo di Maria, potremmo citare la sua opera "La benedizione delle coppie omosessuali", il cui titolo parla da solo. O il suo intervento su katolisch.de, in cui dichiara: "Il fatto di dire che una relazione omosessuale sarebbe sempre un male non è ovviamente l'ultima parola della Chiesa sulla questione". 

Ma lo strano teologo non è al primo tentativo: già nel 2012 pubblica Den Eros entgiften – letteralmente "L'Eros decontaminato" – un'opera che l'editore presentò all'epoca come una "messa in discussione delle posizioni della Chiesa".

La decisione del Dicastero per la Cultura e l'Istruzione ha suscitato clamore negli ambienti universitari progressisti: l'Associazione tedesca delle facoltà teologiche cattoliche (KThF) è intervenuta in difesa di padre Lintner, considerato "un collega molto rispettato, stimato e rinomato a livello professionale", e affermando che i religiosi "non professavano posizioni marginali, ma al contrario facevano consenso all'interno della disciplina".

Padre Lintner ha potuto trovare alleati persino nell'Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia, fondato nel 1981, e rinnovato, in una direzione chiaramente progressista, da papa Francesco nel 2017 e nel 2019, sulla scia di Amoris Laetitia. Così Marcello Neri – docente dell'Istituto – ha denunciato "una decisione sbagliata per la teologia e più in generale per la Chiesa in Italia".

Il Rettore dell'Università di Bressanone ha però annunciato di "non impugnare la decisione romana che non mette in discussione l'abilitazione ecclesiastica all'insegnamento di padre Lintner".

Padre Lintner potrà quindi continuare a diffondere i suoi errori in tutta tranquillità: Courteline non aveva torto quando diceva che "non si potrebbe meglio paragonare l'assurdità delle mezze misure che con quella delle misure assolute".