Mons. Roche sostiene che la messa tradizionale sia stata abrogata

Fonte: FSSPX Attualità

Il nuovo prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, monsignor Arthur Roche, afferma in una lettera del 4 agosto che la messa tradizionale è stata "abrogata da papa san Paolo VI".

Questa lettera rispondeva a una missiva del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, che gli poneva sei domande sull'interpretazione da dare al motu proprio Traditionis custodes.

Un portavoce del cardinale Nichols ha confermato in una mail alla CNA l'8 novembre che la corrispondenza, pubblicata il 5 novembre dal sito Gloria.tv, era autentica.

Sottolineando che la sua risposta era "di natura personale" poiché la Congregazione non aveva ancora emanato linee guida sull'interpretazione del documento, Mons. Roche ha scritto: "L'uso dei testi liturgici precedenti è stato regolato, non soppresso. Le ragioni sono chiaramente indicate nella lettera del Papa."

Ha proseguito: "L'errata interpretazione e promozione dell'uso di questi testi, dopo limitate concessioni dei precedenti Pontefici, è servita a favorire una liturgia in contrasto con la riforma conciliare (e che, di fatto, è stata abrogata da Papa san Paolo VI), e un'ecclesiologia che non fa parte del Magistero della Chiesa."

Questa affermazione si oppone direttamente a un testo di papa Benedetto XVI. Infatti, in una lettera ai vescovi di tutto il mondo che accompagnava il Summorum Pontificum, Benedetto XVI affermò che la liturgia preconciliare non fu mai giuridicamente abrogata.

"Quanto all’uso del Messale del 1962, come forma extraordinaria della Liturgia della Messa, vorrei attirare l’attenzione sul fatto che questo Messale non fu mai giuridicamente abrogato e, di conseguenza, in linea di principio, restò sempre permesso", scriveva in questa lettera del 7 luglio 2007.

Inoltre, una commissione di nove cardinali, riunita durante il pontificato di papa Giovanni Paolo II, aveva già concluso che la messa tridentina non era stata né vietata né abrogata, e la commissione precisava addirittura che un vescovo non poteva vietare a un sacerdote di celebrarla.

Ma ciò non impressiona monsignor Roche che sostiene, al di là e al di sopra dell'autorità di due papi, che la messa tridentina sia stata effettivamente abrogata da Paolo VI. Questa affermazione parla da sola per quanto è esorbitante.

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Inoltre, Mons. Nichols, presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, ha chiesto nella sua lettera se il Vaticano avrebbe emanato ulteriori direttive sull'applicazione del motu proprio, se il documento si applicava ad altri sacramenti come il battesimo, e come doveva essere inteso il termine "gruppi".

Nella lettera di Mons. Roche, firmata anche dal segretario della congregazione, mons. Vittorio Francesco Viola, il prefetto spiega che la sua congregazione sta ancora "studiando attentamente le implicazioni del motu proprio".

Conferma che il motu proprio ha trasferito la competenza per le questioni relative alla Messa tridentina dalla Congregazione per la Dottrina della Fede alla Congregazione per il Culto Divino e alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata.

Quanto al fatto che il documento si applichi a tutti i sacramenti, ha detto che è chiaro "che la nuova legge abroga quella che era stata data in precedenza come concessione eccezionale e limitata". Ammette che "per un tempo molto limitato" la prudenza pastorale permette di prolungare queste concessioni.

Il termine "gruppi" nel motu proprio si riferisce "alle parrocchie personali che erano state precedentemente erette per l'uso in concessione della precedente liturgia, e alle adunanze di persone che si sono regolarmente riunite per la celebrazione dell'Eucaristia utilizzando il Missale Romanum del 1962", precisa Mons. Roche.

Nella corrispondenza dei due prelati viene trattato anche l'"indulto di Agatha Christie". Questo indulto fu concesso al cardinale John Heenan, allora arcivescovo di Westminster, nel 1971, a seguito di una petizione a favore della messa tradizionale firmata da personaggi come lo storico dell'arte Kenneth Clark, il pianista e direttore d'orchestra Vladimir Ashkenazy, Robert Graves e Agatha Christie.

Ma Mons. Roche afferma che una ricerca negli archivi della sua congregazione "non ha trovato nulla che corrisponda a ciò". Ma, aggiunge, "dobbiamo prendere atto del n. 8 diTraditionis custodes, che abroga tutte le precedenti norme, disposizioni, permessi e consuetudini non conformi alla normativa vigente. Un precedente indulto rientrerebbe certamente in questa proscrizione."

Tuttavia, il testo di questo indulto è pubblicato sul sito della Latin Mass Society of England and Wales.

Questa corrispondenza non fa che confermare l'implacabilità che spinge i nemici della liturgia tradizionale a ottenere la sua totale eradicazione. Ma questi tentativi disperati saranno impotenti e presto svaniranno nell'oblio, mentre la Messa tridentina continua a santificare le anime.