Né scismatici, né scomunicati (3)

Cardinale Tommaso de Vio Gaetano
Il sito FSSPX.Attualità ripropone un articolo del 1988 che, divenuto difficilmente reperibile, merita una nuova presentazione. Il testo riprende la constatazione della crisi della Chiesa e della sua gravità, che costringe i fedeli a scegliere tra la fede e l'obbedienza ai nuovi orientamenti ecclesiali.
La Chiesa non è bicefala
"L'unico Corpo dell'unica Chiesa ha un solo capo, non due, come un mostro, ed è Cristo e il suo Vicario, avendo il Signore detto a Pietro: Pasci le mie pecore. "Le mie", disse..." [1]
L'unica Chiesa di Cristo, quindi, è anche Una e sotto Uno solo [2]. E poiché Cristo e il suo Vicario non sono due capi distinti, ma un solo Capo, la Chiesa non può ricevere da Cristo e dal Papa due orientamenti divergenti, né tanto meno opposti. Se il fatto dovesse verificarsi, inutile dire a Chi ri rivolgerebbe il dovere di fedeltà.
Il Papa è, infatti, il Vicario e non il Successore di Cristo [3] e la Chiesa è il Corpo mistico di Cristo, non il Corpo mistico del Papa [4]. Ecco perché san Girolamo scriveva a papa Damaso: "Io non seguo altri che Cristo come primo capo: sono quindi legato per comunione alla tua Beatitudine, cioè alla cattedra di Pietro, sapendo che su questa pietra è edificata la Chiesa" [5].
Cristo è la "pietra angolare" su cui è edificata la Chiesa: Pietro è pietra solo "per partecipazione" [6]. Egli ha udito, sì, "che egli stesso sarebbe stato pietra; non, tuttavia, nello stesso modo di Cristo. Cristo è la pietra veramente incrollabile; Pietro è incrollabile in virtù di Lui" [7]. Il Papa è, sì, "capo e guida della Chiesa, ma a livello visibile, nell'ordine giurisdizionale, in quanto assistito da Cristo (infallibilità) durante il tempo misurato del suo pontificato" [8].
Ne consegue che la comunione con il Papa è inseparabile dalla comunione con Cristo; l'unità della Chiesa è unità con Cristo e con il suo Vicario, mai unità con il Vicario fuori di Cristo o contro Cristo. La ragione stessa ci dice che "bisogna obbedire a ciascuno secondo il suo rango"; altrimenti l'ordine della giustizia è rovesciato [9].
La “persona” e la “funzione” del Papa
Ma può egli, colui che Cristo si è associato come Capo della Chiesa e come Pietro, permettere, favorire o volere nella Chiesa un orientamento divergente da quello voluto da Cristo o che sarebbe a Lui opposto? Sia la Sacra Scrittura sia la teologia cattolica ci dicono che, eccetto nei casi in cui l'autorità del Papa è coinvolta nella misura coperta dall'infallibilità [10], ciò è possibile.
Pietro confessa la divinità di Cristo e Gesù gli dice: "Beato te, Simone, figlio di Giovanni, perché né la carne né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico anche a te (che hai confessato che io sono il Figlio di Dio): tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" [11].
Lo stesso Pietro cerca di distogliere Cristo dalla sua Passione e Gesù ribatte: "Va' via da me, Satana, tu mi sei di ostacolo (questo è il significato preciso della parola “scandalo”), perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini" [12].
E perché non si pensi che questo "scandalo" sia avvenuto perché il primato gli era stato solo promesso e non conferito, ecco il famoso episodio di Antiochia:
Gesù Risorto ha conferito a Pietro il Primato, che egli esercita nella venerazione della prima comunità cristiana. Ad Antiochia, tuttavia, Paolo si rende conto che Pietro era "riprensibile" perché lui e altri, influenzati dal suo esempio, "non camminavano rettamente secondo la verità del Vangelo" [13]; pur essendo inferiore e subordinato a Pietro, lo rimprovererà “coram omnibus”, davanti a tutti.
Commenta san Tommaso: "L'occasione del rimprovero non era leggera, ma giusta e utile: era il pericolo che correva la verità evangelica; il modo in cui ciò avvenne era opportuno perché pubblico e manifesto… dato che questa simulazione costituiva un pericolo per tutti" [14].
Perciò la Sacra Scrittura insegna che, al di fuori del caso dell’infallibilità, Pietro è fallibile e può rendersi “riprensibile”.
Lo stesso insegnamento ci viene impartito dalla migliore teologia cattolica, che distingue tra la "persona" del Papa e la sua "funzione".
Persona papæ potest renuere subesse officio papæ, la persona del Papa può rifiutarsi di sottomettersi al suo dovere di Papa, scrive Gaetano, il quale aggiunge che la persistenza in tale comportamento renderebbe il Papa scismatico per separationem sui ab unitate Capitis, per la sua separazione dall'unione con il Capo della Chiesa che è Cristo [15]. Quanto all'assioma "Dove c'è il Papa, lì c'è la Chiesa" - precisa Gaetano - esso è valido nella misuradove il Papa si comporta come Papa e Capo della Chiesa; altrimenti "né la Chiesa è in lui, né egli nella Chiesa".
Il cardinale Journet parla anche del "Papa cattivo ma ancora credente" [16], della possibilità ammessa dai "grandi teologi" di un "Papa eretico" e di quella di un "Papa scismatico" [17]. Scrive a questo proposito che il Papa "può peccare anche in due modi contro la comunione ecclesiastica".
Il secondo modo consiste nel "rompere l'unità di direzione, il che accadrebbe, secondo l'analisi penetrante di Gaetano, se egli si ribellasse come persona privata al dovere del suo ufficio e rifiutasse alla Chiesa - cercando di scomunicarla del tutto o semplicemente scegliendo di vivere come un puro principe temporale - l'orientamento spirituale che essa ha il diritto di aspettarsi da lui in nome di uno più grande di lui, di Cristo stesso e di Dio".
E aggiunge: "L'ipotesi di un papa scismatico ci svela di più, avvolgendolo di una luce tragica, il mistero della santità di questa unità di orientamento che è necessaria per la Chiesa; e forse potrebbe aiutare lo storico della Chiesa - o meglio il teologo della storia del Regno di Dio - a illuminare con un raggio divino le epoche buie degli annali del papato, consentendogli di mostrare come esso sia stato tradito da alcuni dei suoi depositari".
È ovvio che se la teologia cattolica studia il problema posto da un Papa cattivo, scismatico o addirittura eretico, è proprio perché, come dice Gaetano, "persona papæ potest renuere subesse officia papæ": la persona del Papa, salvo i casi in cui è in gioco la sua infallibilità, può rifiutarsi di ottemperare ai doveri del suo ufficio di Papa.
Un'ultima annotazione: poiché avevano fatto una distinzione tra il "papato" e i suoi "depositari", tra la "persona" e la "funzione" del Papa, molti teologi furono personalmente messi in riga durante i momenti bui del papato [18].
Quanto a noi, per i quali quei secoli bui sembravano ormai tramontati per sempre, abbiamo perso l'abitudine a tali distinzioni e, dopo il Concilio Vaticano I, abbiamo finito per confondere infallibilità con infallibilismo, come se il Papa fosse infallibile in tutto e sempre, e non in circostanze ben precise e in condizioni ben determinate. [19]
1
Bonifacio VIII, Bolla Unam Sanctam, Dz. 468.
2
San Tommaso, IIa-IIæ q. 39 a. 1 e Gaetano in IIa-IIæ q. 39.
3
Cardinale Journet, L’Eglise du Verbe Incarné, Desclée de Brouwer, Friburgo, 1962, t. Io, pag. 526.
4
Ivi, p. 524 ; Gaetano, De comparata auctoritate papœ et concilii, cap. VIII, n. 519.
5
Ep. XV, 2, citato da Leone XIII nell'enciclica Satis cognitum del 29 giugno 1896.
6
Leone XIII, Satis cognitum.
7
Omelia De Pœnitentia attribuita a san Basilio, citata dal Concilio di Trento e da Leone XIII in Satis cognitum.
8
Cardinale Journet, op. cit., p. 524.
9
Citazione da Bossuet, in Dizionario di teologia cattolica, t. IX, col. 908.
10
Vedi Dz. 1839.
11
Matteo. 16, 17-18.
12
Ivi, 16, 23.
13
Gal. 2, 14.
14
In omnes S. Pauli Epistolas.
15
Nella IIa-IIæ q. 39 a. 1 N. 6.
16
Op. cit., vol. Io, pag. 547 e segg.
17
Ivi, p. Italiano: 626, vol. II, pag. 839 e segg.
18
Vedi Dizionario di Teologia Cattolica, alla voce "Scisma".
19
Rileggiamo su questo argomento la Costituzione Pastor Æternus del Vaticano I.
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(Fonte: Courrier de Rome/Sì sì no no – FSSPX.Actualités)
Immagine: Ferdinand Pauwels, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons