Portogallo: il Parlamento dà il via libera al suicidio assistito

Fonte: FSSPX Attualità

Parlement du Portugal

Approfittando della rielezione del presidente Marcelo Rebelo per un secondo mandato a capo dello Stato, il parlamento portoghese ha appena votato per la depenalizzazione dell'eutanasia nel Paese. Una decisione che arriva quando il sistema sanitario è allo stremo a causa della virulenza dell'epidemia di Covid-19, che ha provocato un numero record di morti dall'inizio del 2021.

 

Non si parla di eutanasia ma semplicemente di "anticipazione medicalmente assistita della morte", un modo tenero di designare la cosa, votato il 29 gennaio 2021 in un Paese a capo del quale è stato appena rieletto un cattolico "fervente", nella persona di Marcelo Rebelo.

La versione finale del testo, resa pubblica il 26 gennaio e votata tre giorni dopo, prevede che solo i "cittadini nazionali legalmente residenti nel territorio nazionale", avendo preso una decisione "libera e consapevole", possano ricorrere all'eutanasia. Ma in realtà è molto più questione di suicidio assistito che di eutanasia.

Come osserva l'Istituto europeo di bioetica (Ieb), "la nuova legge non richiede che la sofferenza sia causata da lesioni o malattie, ma solo che sia concomitante con esse. Allo stesso modo, non importa se la sofferenza del paziente è 'lenibile' o meno: una sofferenza intollerabile ma che potrebbe essere alleviata può così aprire la strada all'eutanasia".

Tutto si basa, insomma, su una valutazione soggettiva del paziente che deve essere validata dal corpo medico: la porta aperta a tutti gli abusi, poiché il testo prevede addirittura che la sofferenza psicologica sia una delle cause di suicidio assistito.

Ma non è tutto: per l'applicazione della legge non è richiesta l'esistenza di una malattia terminale, essendo consentita l'eutanasia per le persone con "lesioni permanenti di estrema gravità". Pertanto, una persona gravemente disabile, fisicamente o mentalmente, ha diritto all'eutanasia.

La legge prevede ancora possibili sanzioni per i centri sanitari che non applicano le nuove disposizioni sull'eutanasia, anche se l'obiezione di coscienza è ancora riconosciuta agli operatori sanitari. Ciò potrebbe porre problemi formidabili alle cliniche e agli ospedali cattolici.

Dopo la sua adozione, la legge sarà inviata al Capo dello Stato, che sarà responsabile della sua promulgazione, e il Portogallo diventerà quindi il quarto paese dell'Unione Europea (UE) a fornire un quadro giuridico per l'eliminazione fisica dei più vulnerabili, dopo Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Il presidente Robelo, tuttavia, ha la possibilità di porre il veto al testo o di inviarlo alla Corte costituzionale per un controllo preventivo. Ma il veto del capo dello stato potrebbe essere ribaltato da un secondo voto del parlamentare.

La Conferenza episcopale portoghese (Cep) ha espresso "tristezza e indignazione" per l'adozione di questa legge che "viola il principio di inviolabilità della vita umana sancito dalla nostra legge fondamentale".

La Cep ha fatto un appello a proteggere la vita "soprattutto quando è più fragile, con tutti i mezzi e in particolare con l'accesso alle cure palliative, che la maggioranza della popolazione portoghese non ha ancora".

Come afferma l'IBB, "il 70% dei pazienti portoghesi che potrebbero beneficiare di cure palliative non ha accesso ad esse a causa della mancanza di personale sufficientemente formato". Infatti è risaputo che l'accesso a cure adeguate fornisce sollievo ai pazienti, che poi non desiderano più essere sottoposti a eutanasia.