Quali sono i paesi più pericolosi per i cristiani?

Fonte: FSSPX Attualità

Bandiera della Corea del Nord

Il sito Open Doors ha pubblicato un rapporto intitolato “World Watch List 2025". Negli ultimi dieci anni la persecuzione dei cristiani in tutto il mondo è aumentata del 25%; 380 milioni di cristiani sarebbero quindi confrontati a “forti persecuzioni o discriminazioni a causa della loro fede”, ovvero “1 cristiano su 7 nel mondo”.

Il rapporto elenca i 50 paesi in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati.

1. Corea del Nord
In cima a questa triste lista c'è, come prevedibile, la Corea del Nord. Essere cristiani può significare una condanna a morte. I cristiani possono essere deportati nei campi di lavoro, in cui pochi sopravvivono, oppure essere uccisi sul posto. Le autorità nordcoreane possono punire anche i membri della loro famiglia allargata, persino i non credenti.

All'inizio del 2024, il governo ha annunciato un inasprimento della legge e misure repressive, in seguito all'esecuzione di 47 adolescenti (di cui 30 di età inferiore ai 17 anni).

2. Somalia
Quasi tutti i cristiani in Somalia sono di origine musulmana e la conversione comporta il rischio di morte. Al-Shabaab, un gruppo islamico, cerca di sradicare il cristianesimo, in particolare attraverso l'eliminazione dei leader cristiani. I credenti sono perseguitati anche dalla loro comunità e dalla loro famiglia: il rifiuto dell'identità musulmana è visto come un tradimento che colpisce l'intera famiglia.

Anche solo essere sospettati di essersi convertiti dall'Islam al Cristianesimo può mettere in pericolo la vita di un credente. Potrebbe essere posto agli arresti domiciliari, costretto a sposarsi, sottoposto a rituali islamici forzati o minacciato di morte. Ma un cristiano che viene scoperto può anche essere ucciso sul colpo.

3. Lo Yemen
In un Paese dilaniato dalla guerra civile, la vita è difficile per tutti nello Yemen. Ma è particolarmente difficile per i cristiani. Il paese è ora diviso in territori governati da tre diverse potenze, tra cui al-Qaeda. La costituzione ufficiale dello Yemen sostiene la legge della Sharia.

Se denunciati, i credenti potrebbero essere sottoposti a severa sorveglianza, detenzione arbitraria e tortura. Possono addirittura essere uccisi. È pericoloso possedere una Bibbia o altri libri cristiani nelle zone controllate dagli Houthi (estremisti sciiti).

Per la tribù, diventare cristiani è considerato un grave tradimento. La comunità può punire la persona rinnegandola, diseredandola, facendola divorziare, revocandogli la custodia dei figli, bandendola o addirittura uccidendola.

4. Libia
A causa dell'illegalità e dell'estremismo, nessuna regione della Libia è sicura per i credenti. I cristiani che si convertono dall'Islam subiscono forti pressioni da parte delle loro famiglie e comunità affinché rinuncino alla loro fede.

I cristiani stranieri, soprattutto quelli provenienti dall'Africa subsahariana, sono presi di mira dagli islamisti e dai gruppi criminali: questi gruppi li rapiscono e talvolta li uccidono. I cristiani che esprimono apertamente la propria fede o tentano di condividerla con altri rischiano l'arresto e la violenza. L'assenza di un governo centrale rende la situazione ancora più pericolosa.

La divisione tra Est e Ovest del Paese permane e i gruppi estremisti sono sempre più integrati nelle forze di controllo governative. La Libia resta un luogo profondamente pericoloso e instabile per i cristiani.

5. Sudan
Dopo il colpo di stato del 2023 e la conseguente guerra civile, il Sudan è teatro della più grande crisi di sfollati e fame del mondo, con circa 9 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case. Nessuna delle due parti in conflitto è solidale con i cristiani e i disordini hanno permesso agli islamisti di prenderli di mira ancora di più.

Più di 100 chiese sono state danneggiate e i cristiani sono stati rapiti e uccisi. I cristiani sudanesi si trovano ad affrontare dure reazioni da parte delle loro famiglie e comunità. Questi credenti tendono a tenere segreta la loro fede, perfino ai propri figli.

Anche i cristiani devono affrontare sfide eccezionali a causa della crisi della fame, poiché le comunità locali li discriminano e si rifiutano di sostenerli.

Dopo Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iran, Afghanistan, India, Arabia Saudita, Myanmar, Mali, Cina... la lista si chiude con la Giordania, cinquantesimo Paese nominato.