Rapporto Sauvé: forti tensioni all'interno dell'Accademia Cattolica di Francia
Il Collège des Bernardins, sede dell'Accademia Cattolica di Francia
In una nota non datata, ma di pubblico dominio dal 25 novembre, otto membri dell'Accademia cattolica di Francia si impegnano in una polemica critica contro alcuni aspetti del rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (CIASE), presieduta da Jean-Marc Sauvé, pubblicato lo scorso 5 ottobre.
Un dettaglio dà la misura di questa presa di posizione: Sauvé è - si dovrebbe piuttosto dire era - un membro dell'Accademia.
L'Accademia Cattolica di Francia
Secondo la presentazione che fa di sé stessa, questa Accademia è nata per promuovere "la produzione intellettuale legata al cristianesimo, al cattolicesimo in particolare", e per crearle un posto nello spazio pubblico.
Dopo la preparazione, l'Accademia è stata costituita e ha ricevuto il suo nome il 13 ottobre 2008. Essa si basa su due "pilastri": Federare, vale a dire "riunire le istituzioni e le persone che lo desiderano, la cui produzione testimonia un legame alla tradizione intellettuale del cattolicesimo, nonché alla sua attualizzazione"; Fondare "un Corpo Accademico, animato da un Consiglio Accademico, una sorta di “collegio di saggi” composto da personalità di diverse discipline."
Per "Accademia" si intende: "l'illustrazione e il perfezionamento delle scienze, delle arti e delle lettere". Il motto dell'istituzione sono le parole di sant'Agostino: "Solo mediante la carità si entra nella verità".
Questo Corpo si è posto tre missioni: 1) Rappresentare l'eccellenza disciplinare in un gruppo di convinzione cattolica; 2) Far avanzare una riflessione su temi selezionati d'attualità intellettuale o sociale; 3) Intervenire nell'ambito di incontri puntuali con i media culturali.
Fino a poco tempo fa l'Accademia contava 94 associati individuali, 20 associati istituzionali, 64 membri del Corpo Accademico.
Critiche al rapporto CIASE
Un documento di 15 pagine, firmato da otto membri dell'Accademia, tra cui il presidente, i due vicepresidenti e il segretario generale, è stato inviato al presidente della Conferenza episcopale francese, Mons. Eric de Moulins-Beaufort, nonché al nunzio apostolico in Francia, Mons. Celestino Migliore.
Si tratta di una critica documentata al rapporto Sauvé, incentrata sulla "dimensione fattuale e statistica" - in altre parole, la questione delle cifre presentate; sulla "dimensione teologica e filosofica", vale a dire sulle spiegazioni fornite dal rapporto circa i fondamenti degli abusi, ritenuti "sistemici"; sulla "dimensione giuridica e finanziaria", che affronta il modo in cui il rapporto applica la responsabilità.
La prima parte rileva l'inverosimiglianza delle cifre, in particolare per quanto riguarda il numero di vittime per colpevole. Ricorda inoltre che uno studio in materia, realizzato dall'Ecole Pratique des Hautes Etudes, su richiesta del CIASE, era giunto a una cifra estrapolata di 24.000 vittime. Questo studio è stato semplicemente scartato a favore del metodo statistico dei sondaggi, con il risultato che conosciamo.
Gli autori non esitano a scrivere: "Lo spirito che governa l'analisi delle cause e la formulazione delle raccomandazioni sembra a prima vista ideologico". Accusa pesante, tra intellettuali.
La seconda parte è la più debole. Nell'analisi delle cause, gli autori cercano di mostrare che il rapporto si basa su "un'ecclesiologia imperfetta, un'esegesi debole, una teologia morale superata".
Ma purtroppo gli stessi autori si basano su elementi più o meno errati della teologia moderna, in particolare del Vaticano II. E, puntualmente, accusano una teologia morale superata, perché troppo fissata sul diritto naturale.
Ora, Benedetto XVI - citato in un precedente articolo - rileva su questo tema un "crollo" postconciliare della teologia morale e dell'insegnamento della Chiesa in materia di costumi, frutto di una vera e propria rivoluzione, nata dal consapevole disprezzo della legge naturale.
Quanto a contestare ai vescovi la pienezza del potere nella Chiesa - in cui è implicitamente coinvolto anche il Vescovo di Roma per il quale lo stesso potere vale per tutta la Chiesa - questo è un palese errore moderno.
Di contro, la terza parte è di una precisione giuridica che denota una certa padronanza. Questa è la parte più interessante. Dimostra che, nella valutazione delle responsabilità delle persone implicate, nella ricerca di una soluzione di finanziamento attraverso la solidarietà, nonché nella responsabilità dei fatti, il rapporto CIASE è profondamente impreciso, per non dire errato.
Reazione a catena
Una nota afferma chiaramente che questo testo non è una dichiarazione dell'Accademia e che impegna solo la responsabilità dei suoi autori. Ma questa precauzione non è bastata.
Secondo alcuni giornali, diversi membri dell'Accademia avrebbero dato le dimissioni, tra cui Mons. de Moulins-Beaufort e suor Véronique Margron, superiora della Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia (CORREF), così come il signor Sauvé. L'Accademia si è limitata a riconoscere che "5 iscritti su 200 si sono dimessi a seguito di questo testo".
Caso da seguire, perché i membri del CIASE hanno affermato che stavano preparando una risposta documentata alle critiche al loro rapporto.
(Fonti: Wikipédia/La Croix/Le Figaro/Le Point – FSSPX.Actualités)
Immagine: Benchaum, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons