Rifiuto della comunione: si alzano i toni tra i vescovi americani

Fonte: FSSPX Attualità

Il cardinale Blase Cupich e Mons. Jose Gomez

Una petizione firmata da una sessantina di prelati americani chiede di rinviare il dibattito previsto per il prossimo giugno sul rifiuto della comunione eucaristica ai politici che promuovono l'aborto e l'eutanasia. L'iniziativa arriva quindici giorni dopo il disconoscimento romano dei vescovi pro vita.

Il 17 maggio 2021, FSSPX.Attualità ha ricordato il disconoscimento romano ricevuto pochi giorni prima dai vescovi americani pro vita.

Il cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), aveva scritto loro per dissuaderli dall'instaurare una linea comune a tutti i prelati americani, riguardo al rifiuto della comunione sacramentale ai politici che incoraggiano l'aborto o l'eutanasia .

Stimolati dall'intervento romano, una sessantina di vescovi - tra cui diverse figure del progressismo d'oltreoceano - hanno appena scritto al presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), chiedendogli di rinviare sine die ogni discussione sul tema.

"Avendo sotto i nostri occhi il testo inviato il 7 maggio 2021 da Sua Eminenza il Cardinale Ladaria, chiediamo rispettosamente che tutto il lavoro di discussione e commissione, a livello di Conferenza, attinente al tema della dignità eucaristica e delle altre questioni sollevate dalla Santa Sede, sia rinviato fino a quando l'intero corpo dei vescovi non potrà riunirsi", affermano i firmatari.

Una lettera sotto forma di petizione firmata da diversi cardinali americani, Wilton Gregory di Washington, Blase Cupich di Chicago e Sean O'Malley di Boston.

Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, sarebbe l'ideatore della lettera, ma il suo nome è stato poi ritirato dal testo, "su sua richiesta", precisa il portavoce dell'arcidiocesi, che non ha voluto approfondire ulteriormente l'argomento .

Oltretevere, diversi alti funzionari della Segreteria di Stato hanno confermato al sito di notizie The Pillar che il testo dei sessanta vescovi era stato comunicato al Vaticano prima della sua pubblicazione dal cardinale Cupich, giunto di persona a Roma.

Lo stesso alto prelato era intervenuto con successo anche lo scorso gennaio, per persuadere la Santa Sede a scavalcare una dichiarazione abbastanza critica nei confronti della nuova amministrazione americana, che doveva essere pubblicata da Jose Gomez, arcivescovo di Los Angeles e presidente della USCCB , il giorno stesso dell'insediamento di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti.

In aiuto di mons. Gomez si sono precipitati diversi vescovi, in particolare l'arcivescovo di San Francisco, Mons. Salvatore Cordileone, che ha preso la parola per esprimere il suo "dolore davanti alle polemiche suscitate (…) e davanti alle manovre di chi vuole interferire nel normale funzionamento dell'USCCB".

Ma il presidente della Conferenza episcopale non sembra pronto a mollare: in una nota inviata il 21 maggio a tutti i vescovi, il presule, che non cita la petizione ricevuta pochi giorni prima, precisa che la discussione sulla comunione eucaristica si svolgerà a giugno come previsto, alla prossima riunione dell'USCCB.

"Sono grato per il modo in cui il Comitato per la Dottrina ha approcciato il suo lavoro e per i buoni consigli che abbiamo ricevuto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede: quindi attendo con ansia la nostra assemblea plenaria", conclude l'Arcivescovo di Los Angeles.

Non bisogna essere dei geni per capire che prelati conservatori e progressisti stanno affilando le armi alla vigilia di un incontro che si preannuncia ad alta tensione.