Ritorniamo a sognare...ancora e ancora! (2)

Papa Francesco ha pubblicato il 2 dicembre 2020 un libro dal titolo Ritorniamo a sognare (Piemme, 176 pagine) - in francese Un temps pour changer, come in immagine -, con l'eloquente sottotitolo: La strada verso un futuro migliore...
Questo articolo è la seconda parte della recensione dedicata a questo lavoro, frutto delle sue interviste col giornalista britannico Austen Ivereigh, che è anche il suo biografo (Tempo di misericordia. Vita di Jorge Mario Bergoglio, Mondadori, 2014, 493 pagine).
"Traboccamento" bergogliano e "superamento" hegeliano
Questa casistica sofistica ricorda i quattro postulati posti dal Papa nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium (2013), in particolare la seconda: "L'unità prevale sul conflitto", che ha così giustificato: un modo, "il più adeguato, di porsi di fronte al conflitto. È accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo"
Questo approccio al conflitto si basa sul principio "indispensabile per costruire l'amicizia sociale [si veda il sottotitolo di Fratelli tutti]: l'unità è più grande del conflitto" (n. 228). Questo principio ispira il concetto di "diversità riconciliata" (n. 230), ricorrente nell'insegnamento di Francesco, soprattutto in campo ecumenico.
Ma come ha notato padre Giovanni Scalese sul suo blog Querculanus il 10 maggio 2016: "Il grosso problema di questo postulato è che presuppone una visione dialettica della realtà molto simile a quella di Hegel."
Ha commentato: "Questa 'risoluzione [del conflitto] su un piano più alto' ricorda molto l'Aufhebung hegeliano [concetto centrale della filosofia di Hegel che esprime il processo di superamento di una contraddizione dialettica, dove gli elementi opposti sono allo stesso tempo affermati ed eliminati, mantenuti ma non ipostatizzati, in una sintesi conciliante. Ndr]. Non sembra quindi un caso che al n. 230, si tratta di una "sintesi", che logicamente richiede una "tesi" e una "antitesi" (i poli in conflitto tra loro)."
All'analisi scientifica di padre Scalese, ci sarà consentito aggiungere l'osservazione lapidaria e poco accademica dello studioso Pierre Boutang: 'thèse – antithèse – foutaise!' [tesi - antitesi - idiozia]"
Come diceva l'editoriale di DICI n° 402 (novembre 2020), è "la prassi conciliare all'opera", e Francesco al timone: "Questa è la pastorale 'misericordiosa' del Papa: in teoria sostiene la dottrina che distrugge nella pratica - nominalmente in linea cattolica, concretamente sulla scia dello spirito del mondo. Era già scritto in Amoris lætitia dove i divorziati 'risposati' potevano essere ammessi, caso per caso, alla comunione eucaristica. [...] La morale evolve, la cura pastorale si adatta e il dogma si piega a questi adattamenti caso per caso...l'aggiornamento conciliare è un aggiornamento permanente, un aggiornamento incessante."
Questo superamento del conflitto, il Papa lo chiama "traboccamento", e questo termine che si riferisce all'idraulica piuttosto che al dogmatismo, è perfettamente scelto per designare il pensiero "liquido".
Su La Nuova Bussola Quotidiana del 5 ottobre 2020, Stefano Fontana ha già scritto, a proposito dell'enciclica Fratelli tutti, di cui Ritorniamo a sognare è la conseguenza: "Il verbo si è fatto liquido ...", precisando: "Un testo fluido o liquido, che si può scomporre e ricomporre, che accosta proposizioni di diverso tenore, che adopera frasi-slogan ormai appartenenti ad un repertorio consolidato e che sono diventate di uso fin troppo comune e meccanicamente ripetitivo."
Tempo dell'inventario
Di fronte a tanta confusione, si capisce la reazione dello storico Edouard Husson sul sito Atlantico, il 12 ottobre 2020 - su Fratelli tutti -, che prevedeva non "un tempo di cambiamento" ma più realisticamente "il tempo dell'inventario": "Sempre più voci laiche, soprattutto in Nord America, richiamano il Papa ai contenuti del Magistero."
"Scandaloso? No, quando il Papa ha la tentazione di deporre l'onere del magistero, è salutare che alcuni suoi fratelli vengano a ricordargli il suo dovere. Il 'servo dei servi di Dio' ha doveri ai quali non può sottrarsi. […] La resistenza dei laici - ben meritevoli della qualifica di 'fedeli' - al sinodo dell'Amazzonia nell'autunno 2019, è un segno del lavoro di inventario che dovrà essere fatto nei mesi e negli anni a venire per separare il grano dal loglio nell'insegnamento di Francesco. E mi unisco al gruppo di quelli che interpellano Francesco, per dirgli filialmente: Santissimo Padre, non dimenticatevi di essere Papa!"
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(Fonti: Cath.ch/Querculanus/Nuova Bussola Quotidiana/Atlantico/DICI n°403, décembre 2020 - FSSPX.Acutalités)