Salvador: “vescova” anglicana partecipa attivamente a una messa

L'evento, tenutosi nella cappella dell'Hospitalito La Divina Providencia, dove l'arcivescovo Romero fu assassinato nel 1980, scatenò un dibattito sulle norme liturgiche e sui confini ecumenici. Alla “vescova” anglicana è stato affidato un ruolo nella cerimonia, partecipando alla processione d’ingresso, condividendo l’omelia e presenziando all’altare durante la messa.

La messa è stata celebrata dal vescovo di Chalatenango, Oswaldo Estéfano Escobar Aguilar, e concelebrata da diversi sacerdoti. La partecipazione di due personalità non cattoliche ha creato sgomento sia tra i sacerdoti che tra i fedeli.

È il terzo anno consecutivo che il clero anglicano partecipa a questa messa, una pratica che ha suscitato crescenti critiche da parte di alcuni fedeli cattolici. La nunziatura apostolica ha rapidamente diffuso una nota in cui condanna queste irregolarità, ribadendo che la legge liturgica cattolica non consente tale partecipazione alla celebrazione eucaristica.

Nel suo comunicato ufficiale, la Nunziatura Apostolica ha ricordato che, sebbene siano consentiti gli incontri ecumenici con cristiani non cattolici, essi devono essere limitati alla liturgia della Parola, alle riflessioni e alle preghiere comuni, come il Padre Nostro. L'inclusione di membri non cattolici nella celebrazione eucaristica è contraria alla dottrina cattolica consolidata.

Anche la rappresentanza diplomatica del Vaticano si è opposta alla presenza di striscioni con messaggi politici contro l'attività mineraria, affissi sull'altare. Secondo la dichiarazione, l'altare deve essere riservato esclusivamente alla celebrazione dell'Eucaristia, secondo le norme liturgiche.

"Quello che è accaduto questa mattina nella cappella dell'Hospitalito non sarebbe dovuto accadere, perché è espressamente proibito dalle leggi ecclesiastiche", ha sottolineato la nunziatura. La controversia sottolinea le tensioni in corso attorno all’eredità dell’arcivescovo Romero, “canonizzato” da papa Francesco nel 2018.

Questi errori non sono sorprendenti e sarebbe straordinario se non si verificassero. Con la promozione di un ecumenismo deviato e sfrenato, è assolutamente inevitabile che si crei confusione tra i fedeli e perfino tra le fila del clero. Questo tipo di scena è quindi destinata a ripetersi e a peggiorare.

Inoltre, vengono regolarmente avanzate e persino praticate richieste di concelebrazione con i protestanti, ad esempio in Germania. La reazione della nunziatura salvadoregna non potrà farci niente. La risposta deve venire da Roma: la cessazione di questo ecumenismo che distrugge la fede nelle anime.

Ma sembra che questa non sia ancora la strada che i gerarchi cattolici vogliono percorrere, a danno dei fedeli e di tutta la Chiesa.