Sede vacante: il camerlengo sotto i riflettori

Fonte: FSSPX Attualità

Il cardinale Kevin Farrell

La vacanza della Sede Apostolica, che segue la morte o le dimissioni di un papa, è un momento chiave nella vita della Chiesa cattolica. Le norme che regolano questo periodo sono rigidamente codificate e lasciano poco spazio all'improvvisazione. FSSPX.Attualità offre ai lettori una comprensione più chiara delle norme che governano lo Stato della Città del Vaticano fino all'elezione del nuovo papa.

Come previsto dalla normativa vigente, dopo l'annuncio della morte di Papa Francesco, la Curia Romana ha subito un'immediata trasformazione. Come si è detto, i capi dei dicasteri vengono considerati dimissionari: un provvedimento più che altro simbolico, perché di fatto l'influenza di questi alti prelati resta intatta. Questa sospensione generale mira soprattutto a segnare la rottura dell'autorità papale e a preparare il terreno per un nuovo regno.

Sono state fatte eccezioni significative per la gestione delle attività quotidiane. Il cardinale Kevin Farrell, camerlengo, e il penitenziere maggiore, cardinale Angelo De Donatis, hanno mantenuto i loro incarichi, assumendosi responsabilità essenziali. Il camerlengo svolge quindi un ruolo centrale, supervisionando l'amministrazione temporanea e sottoponendo al Collegio dei cardinali, che si riunisce quotidianamente nell'aula del Sinodo, decisioni che sarebbero state di competenza del Romano Pontefice.

Allo stesso modo, il Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma, il Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana e il Vicario Generale per la Città del Vaticano hanno mantenuto le loro funzioni, secondo le norme vigenti: tutte le eccezioni sono volte ad assicurare la continuità nelle giurisdizioni chiave, in particolare a Roma e in Vaticano, cuore della Chiesa cattolica.

Finora lontano dai riflettori, il cardinale Farrell emerge come una figura centrale nella vacanza della Sede Apostolica. Informato della morte del pontefice argentino, ha dovuto constatarne ufficialmente il decesso alla presenza di mons. Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, e del segretario-cancelliere della Camera Apostolica che ha redatto l'atto di morte. Questa solenne formalità segnò l'inizio delle crescenti responsabilità del camerlengo.

Accompagnato dal Segretario di Stato, ha sigillato l'ufficio e la camera da letto del Papa a Santa Marta e l'appartamento papale nel Palazzo Apostolico, che Francesco non ha occupato. Ha preso inoltre simbolicamente possesso dei palazzi apostolici del Vaticano, del Laterano e di Castel Gandolfo, assicurandone la custodia e la gestione. Dopo essersi consultato con i cardinali a capo dei tre ordini, ha organizzato i preparativi per la sepoltura di Francesco, prevista per sabato 26 aprile, secondo le sue volontà.

Infine, con il supporto di tre cardinali assistenti – rinnovati ogni tre giorni tramite votazione – e l’approvazione del Collegio cardinalizio, mons. Farrell assicura la tutela dei diritti della Santa Sede e la buona amministrazione dei suoi beni temporali. La Grande Penitenzieria, da parte sua, continua a esercitare il suo ministero, assicurando la continuità spirituale in un ambito essenziale della missione della Chiesa.

Un ruolo fondamentale lo svolge anche il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. Informato dal Camerlengo della morte di Papa Francesco, spetta a lui convocare i cardinali per le congregazioni quotidiane del Sacro Collegio e notificare la notizia al corpo diplomatico e ai capi di Stato esteri. Questa funzione diplomatica e organizzativa rafforza l’unità del Collegio cardinalizio di fronte all’imminente transizione.

Dal 21 aprile restano attive alcune funzioni subordinate. Il Sostituto della Segreteria di Stato, Mons. Edgar Pena Parra, Segretario per i Rapporti con gli Stati, Mons. Richard O'Gallagher e i Segretari dei Dicasteri dirigono i loro servizi sotto la supervisione del Collegio Cardinalizio.

Infine, il potere civile sulla Città del Vaticano è stato trasferito al Collegio dei Cardinali, che può legiferare solo in casi di emergenza e i cui decreti entrano in vigore in modo permanente solo con l'approvazione del nuovo papa, che dovrebbe pervenire entro quindici o venti giorni. Almeno, se tutto andrà bene...

(Continua…)