Vaticano I : sguardo su concilio inconcluso (8)

Cardinal Filippo Maria Guidi
Episodio 8: Il naso di Cleopatra
Centocinquanta anni fa, si aprì il primo Concilio Vaticano, sotto la guida di Papa Pio IX. FSSPX.Attualità ripercorre l'affascinante storia di un concilio che fu teatro di opposizione tra liberali e ultramontani e alla fine del quale fu proclamato il dogma dell'infallibilità papale.
I dibattiti sul testo sull'infallibilità iniziarono il 6 giugno 1870. Il prologo e i capitoli introduttivi non crearono grossi problemi. Il 15 giugno viene finalmente esaminata la definizione di infallibilità papale. In questa primavera romana, ormai al termine, i raggi del sole erano già soffocanti, pronti a scaldare gli animi.
Desiderando placare la minoranza contraria a qualsiasi definizione, un membro del partito romano, il cardinale Filippo Maria Guidi, noto teologo domenicano, propose di non parlare più dell '"infallibilità del pontefice romano", ma piuttosto dell' "infallibilità delle sue dottrine". È interessante notare che mons. Guidi ha insistito sul fatto che l'assistenza divina non avrebbe dovuto essere intesa come un effetto sulla persona del Papa, ma solo alcune delle sue azioni, e a condizione che il Papa insegni la dottrina tradizionale della Chiesa.
Per il teologo domenicano, un esame serio della Tradizione avrebbe dovuto precedere qualsiasi definizione, e questo esame sarebbe dovuto consistere in un'indagine con vescovi del mondo cattolico, testimoni naturali della fede delle Chiese locali.
Queste opinioni misurate sembrano conquistare il sostegno della minoranza anti-infallibilità. Questa sostieneva, scriverà il 29 giugno il vescovo di Nancy, mons. Joseph-Alfred Foulon, che "il ponte della concordia era stato finalmente gettato tra le due frazioni dell'assemblea, e che tutto sarebbe finito bene dopo un inizio decisamente negativo". La soluzione era alle porte?
Significava trascurare il partito romano che reagì con forza a quella che considerava una concessione inaccettabile: così mons. Domenico Jacobini, membro della Propaganda Fide, rispose al cardinale Guidi che, per aver sostenuto tale tesi, "l'oratoremeriterebbe a di essere condannato a otto giorni di esercizi spirituali".
Papa Pio IX, irritato dal rapporto dell'intervento domenicano, lo convocò la sera del 18 giugno e gli disse: "La Tradizione sono io" esclamò infine il Santo Padre davanti al porporato mortificato.
Tuttavia, la posizione difesa da mons. Guidi aveva un merito: quella di evitare la trappola di una "papolatria" tale da far accettare alla gente qualsiasi futura riforma, a condizione che avesse ricevuto l'approvazione di un papa - trappola incontrata sessanta anni dopo, durante un altro concilio, tenuto anch'esso in Vaticano.
Resta il fatto che il soggetto dell'infallibilità è proprio il Papa, sebbene la impegni solo attraverso alcuni dei suoi atti. Un atto non può essere soggetto all'infallibilità da solo, ma dalla persona che glielo comunica.
È un'illusione immaginare per un momento che, se il Concilio avesse ascoltato la voce del cardinale Guidi, la storia della Chiesa sarebbe stata diversa? Pascal sorriderebbe a questa idea, un'eco lontana quanto fedele al suo famoso pensiero sul "naso di Cleopatra"* ...
* "Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, sarebbe cambiata l’intera faccia della terra", ovvero se fosse stata meno seducente per un dettaglio, non avrebbe influenzato tanto i suoi ammiratori, determinando il corso della storia.
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(Fonte: Fliche et Martin / FSSPX - FSSPX.Actualités - 04/06/20)