Rassegna stampa: le infinite ricadute di “Fiducia supplicans” (5)

Fonte: FSSPX Attualità

Papa Francesco in Kenya nel 2016

La forte opposizione suscitata nel mondo dalla pubblicazione di Fiducia supplicans non ha impedito a papa Francesco di difendere con tenacia questo documento che autorizza la benedizione delle coppie non sposate religiosamente o dello stesso sesso.

Francesco e gli africani
Questo atteggiamento accondiscendente verso l’Africa è anche quello di Francesco, nonostante le sue dichiarazioni di simpatia per le “periferie” della Chiesa. Stefano Fontana, su La Nuova Bussola Quotidiana del 31 gennaio, scrive: "Per le chiese d’Africa ora il Papa permette una deroga il cui motivo non è dottrinale ma culturale: esse avrebbero una cultura che considera l’omosessualità un male inaccettabile".

Si chiede: "le altre conferenze episcopali che si sono opposte non hanno utilizzato la loro cultura nel farlo? Una dichiarazione la quale – a questo punto bisogna riconoscerlo – richiede culture che non considerino l’omosessualità un male. Ossia, come torneremo a dire più avanti, culture non radicate nella legge morale naturale".

E giustamente commenta: "Questa dispensa non può avere certamente motivazioni dottrinali, perché la dichiarazione stessa dice di non avere questa dimensione, da qui l’appiglio con la motivazione culturale. Così facendo, però, la cultura africana viene presentata come retrograda e bisognosa di evoluzione. La si vede come incapace di accogliere l’invito della dichiarazione di Fernández [a benedire le coppie dello stesso sesso] e, quindi, come tollerata per il momento ma certamente giudicata come inadeguata".

Il giornalista italiano solleva le domande essenziali: "La posizione degli episcopati africani sull’omosessualità, oltre ad essere conforme alla dottrina, alla tradizione e al magistero, è o non è conforme anche al diritto naturale e alla legge morale naturale? Ci sono delle verità in quella cultura? Oppure si tratta solo di una cultura convenzionale, priva di fondamenti veri, relativa ad un certo contesto storico e ambientale? […]"

"Se invece la cultura africana, sul punto in questione, esprime esigenze di morale naturale, che bisogno ha di dispense, dato che il diritto naturale è pienamente accolto e perfezionato dalla Rivelazione e dalla vita di grazia?"

 

Sul blog La Testa del Serpente, il 30 gennaio, Miguel Cuartero Samperi mette in dubbio l'intenzione delle attuali autorità romane quando pubblicano una dichiarazione eterodossa quanto Fiducia supplicans: "Di certo a sentir parlare i fedeli africani (laici, sacerdoti e vescovi) non è l’Africa a compiere uno strappo ma Roma che, con la sua spasmodica ricerca di dialogo, rischia di dimenticare ciò che ha predicato per secoli".

"È di fatti sorprendente che in questo sfiancante e logorante dibattito non si sia spesa una parola per ribadire con chiarezza il motivo per cui la Chiesa non può riconoscere e benedire una unione omosessuale o una unione fuori dal matrimonio. In altre parole non si è colta l’occasione per spiegare perché l’omosessualità è considerata dalla Chiesa qualcosa di “brutto” e contrario al disegno di Dio sull’uomo (come giustamente fanno gli africani)."

"Forse perché l’intenzione primaria è quella di ricucire il rapporto con una società atea e apostata e dunque ribadire il piano di Dio sulla famiglia e sulla sessualità rischia di provocare l’effetto contrario? Peccato che non è offrendo una mini-benedizione (minima nella durata e minima nel significato liturgico) che le parrocchie tornerà a riempirsi di fedeli, né strizzando l’occhio al mondo che lo si riconquisterà a Cristo." 

"Al contrario, il rischio è quello di scoraggiare chi ancora nella Chiesa cerca una parola di verità, libera dagli influssi di culture che considerano la proposta cristiana qualcosa di “brutto”. "