Ci sarà una resistenza africana al sinodo di ottobre 2024? (2)

Fonte: FSSPX Attualità

Il cardinal Fridolin Ambongo

Intervistato sul canale KTO il 17 marzo 2024, il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) e presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SCEAM), è tornato sulla dichiarazione Fiducia supplicans che autorizza la benedizione di coppie dello stesso sesso.

Il Vaticano II e l'apertura al mondo
Nel passaggio seguente il cardinale Sarah dimostra la sua affiliazione a Benedetto XVI e la sua "ermeneutica della continuità". Afferma che il Concilio Vaticano II non poteva annullare l'opposizione tra lo spirito di Gesù Cristo e quello del mondo. Ha ragione, ma l'ermeneutica della continuità è un'interpretazione che non regge davanti ai fatti.

Il post-Concilio ha mostrato chiaramente che non si tratta di "scartare le contraddizioni erronee e superflue", come ha detto Benedetto XVI, ma di far sì che, di fatto, le contraddizioni tra la Chiesa e il mondo siano considerate erronee e superflue. Così tutto ciò che era preconciliare veniva respinto come anticonciliare. La tradizione bimillenaria è stata messa da parte da una liturgia conciliare, da un catechismo conciliare, da un diritto canonico conciliare… "Conciliare" è diventato, in pratica, sinonimo di "conciliare" con il mondo.

Il presule guineano dichiara: "Cari fratelli vescovi, a volte ci dicono che non abbiamo compreso lo spirito del Concilio Vaticano II che imporrebbe un nuovo approccio all’oggettività della fede. Alcuni ci dicono che il Vaticano II, senza cambiare la fede stessa, avrebbe cambiato il rapporto con la fede. Ci dicono che d’ora in poi ciò che è più importante per un vescovo è l’accoglienza degli individui nella loro soggettività piuttosto che l’annuncio del contenuto del messaggio rivelato.".

"Tutto dovrebbe essere relazione e dialogo e dovremmo relegare in secondo piano la proclamazione del “kérygma” e l’annuncio della fede, come se queste realtà fossero contrarie al bene delle persone. […] Credo che chiarire definitivamente questa questione sarà un compito importante degli anni a venire, e sicuramente di un futuro pontificato."

"In verità noi conosciamo già la risposta. Ma il Magistero dovrà insegnarla con una solennità definitiva. C’è dietro tale questione una sorta di paura psicologica che si è diffusa in Occidente: la paura di essere in contraddizione con il mondo. Come diceva Benedetto XVI: “Nel nostro tempo, la Chiesa resta un ’segno di contraddizione’” (Lc 2,34). […]"

"Il Concilio non poteva avere l’intenzione di abolire questa contraddizione del Vangelo riguardo ai pericoli e agli errori dell’uomo. Anzi, “era senz’altro suo intendimento accantonare contraddizioni erronee o superflue, per presentare a questo nostro mondo l’esigenza del Vangelo in tutta la sua grandezza e purezza” (Benedetto XVI, 22 dicembre 2005)."

Nessun compromesso con la menzogna dell’"ateismo fluido e pratico"
Dopo questo passaggio sul Concilio, il cardinale Sarah denuncia opportunamente un "ateismo fluido e pratico": "Ma numerosi prelati occidentali sono paralizzati dall’idea di opporsi al mondo. Dal mondo sognano di essere amati. Hanno perso la volontà di essere segno di contraddizione. Forse una eccessiva ricchezza materiale porta a scendere a compromessi con gli affari del mondo".

"La povertà è una garanzia di essere liberi per Dio. Credo che la Chiesa del nostro tempo viva la tentazione dell’ateismo. Non l’ateismo intellettuale, ma questa condizione di spirito sottile e pericolosa: l’ateismo fluido e pratico. Quest’ultima è una malattia pericolosa anche se i suoi primi sintomi sembrano benigni. […]"

"Dobbiamo prenderne coscienza: questo ateismo fluido scorre nelle vene della cultura contemporanea. Non dice mai il suo nome ma si infiltra ovunque, anche nei discorsi ecclesiastici. Il suo primo effetto è una forma di sonnolenza della fede. Anestetizza la nostra capacità di reagire, di riconoscere l’errore, il pericolo. Si è diffuso nella Chiesa. […]"

"Che cosa dobbiamo fare? Forse vi si dirà che così è fatto il mondo e non vi si può sfuggire. Forse vi si dirà che la Chiesa deve adattarsi o morire. Forse vi si dirà che poiché l’essenziale è al sicuro bisogna essere flessibili sui dettagli. Forse vi si dirà che la verità è teorica ma che i casi particolari le sfuggono. Tante massime che confermano la grave malattia che ci attanaglia tutti!"

"Io vorrei invitarvi piuttosto a ragionare diversamente. Non dobbiamo cedere alla menzogna! L’essenza dell’ateismo fluido è la promessa di un accomodamento tra la verità e la menzogna. È la tentazione più grande del nostro tempo! Siamo tutti colpevoli di accomodamenti, di complicità con questa grande menzogna che è l’ateismo fluido!"

"Fingiamo di essere cristiani credenti e uomini di fede, celebriamo riti religiosi, ma in realtà viviamo da pagani e non credenti. Non illudetevi, non si combatte con questo nemico, che finisce sempre per portarvi via. L’ateismo fluido è sfuggente e viscido. Se lo attaccate, vi intrappolerà nei suoi sottili compromessi."

"È come la tela di un ragno, più vi agitate contro di essa, e più si chiude attorno a voi. L’ateismo fluido è l’ultima trappola del Tentatore, di Satana. Egli vi attira sul suo stesso terreno. Se lo seguite, sarete portati a utilizzare le sue armi: la menzogna, la dissimulazione e il compromesso."

"Fomenta attorno a sé la confusione, la divisione, il risentimento, l’amarezza e la faziosità. Guardate in che stato è la Chiesa! Ovunque non c’è che dissidio e sospetto. L’ateismo fluido vive e si nutre di tutte le nostre piccole debolezze, di tutte le nostre capitolazioni e compromissioni con la sua menzogna. […]"

Verso la fine del suo intervento, il cardinale Sarah invita tutti ad una reazione personale, certamente giusta ma provvisoria, una conversione necessaria ma che non può esentare l'autorità suprema nella Chiesa dal prendere – quando può farlo – una decisione magisteriale e istituzionale .

Lo ammette sopra il cardinale Sarah, quando parla del dovere di un futuro pontificato di chiarire "con definitiva solennità" questo spirito conciliare a cui ci si appella nella Chiesa, da 60 anni, in modo assolutamente contraddittorio.

Necessità di un magistero che non sia "liquido", di fronte all’"ateismo fluido"
Il presule africano chiede: "Con tutto il mio cuore di pastore, voglio invitarvi oggi a prendere questa decisione. Non dobbiamo creare partiti nella Chiesa. Non dobbiamo proclamarci i salvatori di questa o quella istituzione. Tutto ciò contribuirebbe al gioco dell’avversario. Ma ciascuno di noi può oggi decidere: la menzogna dell’ateismo non troverà più spazio in me".

"Non voglio più rinunciare alla luce della fede, non voglio più, per comodità, pigrizia o conformismo, far coabitare in me la luce e le tenebre. È una decisione molto semplice, al tempo stesso interiore e concreta. Essa cambierà le nostre vite. Non si tratta di andare in guerra. Non si tratta di denunciare dei nemici. Quando non si può cambiare il mondo, si può cambiare noi stessi. Se ciascuno umilmente lo decidesse, il sistema della menzogna crollerebbe da solo, perché la sua unica forza è il posto che gli facciamo dentro di noi."

Questo appello alla conversione personale deve essere integrato da quanto scriveva mons. Marcel Lefebvre al cardinale Alfredo Ottaviani, il 20 dicembre 1966, sulla crisi post-conciliare: "Il Successore di Pietro e lui solo può salvare la Chiesa. Il Santo Padre si circondi di vigorosi difensori della fede, li designi in importanti diocesi. Si degni attraverso documenti importanti di proclamare la verità, di perseguire l'errore, senza timore di contraddizioni, senza timore di scismi, senza timore di mettere in discussione le disposizioni pastorali del Concilio".

– Con l’esperienza di sessant’anni di riforme conciliari, potremmo aggiungere: senza timore di mettere in discussione le disposizioni ufficialmente pastorali del Concilio, che in realtà sono dottrinali.